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Di Napoli il seno cratero esposto agli occhi et alla mente de' curiosi

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piena, accioché fusse bruciata, fu portata miracolosa<strong>mente</strong> nell’isola d’Ischia, ma che poi Costantino le<br />

fabricasse una bas<strong>il</strong>ica in <strong>Napoli</strong>, ove si stima trasferisse <strong>il</strong> corpo, leggendosi all’altare di d<strong>et</strong>ta chiesa attaccata<br />

all’Arcivescovato: “Corpus Sanctæ Restitutæ”. In quanto a sant’Oliva, di due sante con tal nome fa lo stesso<br />

Martirologio menzione, una di Palermo, l’altra di Anagni: della prima non si è ritrovato ancora <strong>il</strong> corpo, che<br />

dall’Africa, ove fu martirizzata sotto Genserico, fu trasportato nella sua patria, e sepellito in un campo, che si<br />

dice di Sant’Oliva; questa d’Ischia esser potrebbe qualche altra santa Oliva o Olivata.<br />

Hanno ancora le chiese qual[136]che cosa di buono, avvegnaché in Casa Miccia nella parr<strong>occhi</strong>a<br />

dedicata <strong>alla</strong> Madalena evvi un quadro della santa del cavalier Farelli; nella congregazione di essa una<br />

Schiodazione del Signore d<strong>alla</strong> Croce di Andrea Vaccaro; nella congregazione di San Rocco una tela del<br />

Giordano; nel Rosario del Lacco un quadro della Vergine del d<strong>et</strong>to titolo di buonissima mano, ed un’altra tela<br />

d’Agostino Beltrano; èvvi ancora una Vergine Assunta ed un Crocefisso molto belli, di legno coloriti, di<br />

Ga<strong>et</strong>ano Patalano, stimab<strong>il</strong>e scoltore in legno del d<strong>et</strong>to paese.<br />

Si celebra festa e fiera di santa Restituta di maggio, e nel chiostro della sua chiesa sono alcuni epitaffj di<br />

sepolcri di gent<strong>il</strong>i, e se ne ritrovano con occasion di fabriche sotto terra. L’urna che serve per l’acqua bened<strong>et</strong>ta<br />

era di quei tempi per conservarvisi le ceneri, come si legge dall’iscrizione.<br />

Da molte guerre è stata l’isola trav<strong>agli</strong>ata, oltre le sue intestine della famiglia Cossa e Manozza.<br />

Nell’anno 1135 la saccheggiarono i pisa[137]ni; nel 1295 per ordine di Carlo Secondo d’Angiò andarono sotto<br />

la condotta del Re d’Aragona, genero di Carlo, 4000 soldati a distruggerla; nel 1328 Giovanni Caracciolo volle<br />

più tosto essere in una torre bruciato che rendersi; ribellatasi l’isola a Federico Secondo, Pi<strong>et</strong>ro Salva Cossa la<br />

liberò da’ napol<strong>et</strong>ani, che con nove navi erano venuti ad assalirla, per aver voluto gl’isolani un ducato per botte<br />

di vino; nel 1301 per due mesi, come si è d<strong>et</strong>to, bruciò l’isola, come scrivono molti col Colenuccio; Luigi<br />

d’Angiò nella festa di santa Restituta assaltò <strong>il</strong> borgo e, prendendo le genti, fu d’uopo per riaverli per m<strong>et</strong>terli <strong>il</strong><br />

porto. Alfonso, discacciando d<strong>alla</strong> città gli antichi abitatori, la fece colonia degli spagnuoli o catalani, facendoli<br />

casare con le vedove o zitelle, per renderseli amorevoli, fortificando <strong>il</strong> castello, e ne diede <strong>il</strong> governo a Lucrezia<br />

d’Alagni sua donna, havendole sostituito Giovanni Torella: ne nacque perciò, morto Alfonso e regnando<br />

Ferdinando, una terrib<strong>il</strong>e guerra, non volendo Giovanni restituirla.<br />

[138] La resse ancora Francesco Scondito prima per la regina Giovanna.<br />

Presa <strong>Napoli</strong> da Carlo Ottavo, qui Ferdinando con le reliquie del suo esercito si ricoverò, e perché <strong>il</strong><br />

castellano non volea riceverlo, <strong>il</strong> Re dicendo che volea parlarli da solo a solo, introdotto nella porta del<br />

Castello, con la maestà atterrendolo, l’uccise di propria mano, ed introdusse i suoi, impadronendosi del<br />

Castello, ove si trattenne finché fu richiamato al regno. Fatto governatore da Federico, <strong>il</strong> Marchese del Vasto la<br />

ritenne per lo d<strong>et</strong>to re, ancorché quello gli scrivesse che si rendesse al Re di Francia. Tanta è stata la fede della<br />

casa d’Avalos. La sostenne con animo eroico Costanza, sorella del Marchese di Pescara e del Vasto, contro<br />

l’imp<strong>et</strong>o dell’armata francese. Fu da Ariadeno Barbarossa corsaro, per disp<strong>et</strong>to del marchese d<strong>et</strong>to assaltata, e<br />

saccheggiate le v<strong>il</strong>le di Forio, Pansa e Varano, non bastando <strong>alla</strong> povera gente salvarsi sopra <strong>il</strong> Monte Aboc<strong>et</strong>o,<br />

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