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Di Napoli il seno cratero esposto agli occhi et alla mente de' curiosi

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appare poi in macchie nel mare, e si va raccogliendo da’ marinari con spogne, e ne sente l’odore grave<br />

chiunque passa lungo le sponde. In Baja vi sono molti bagni, i quali hanno participazione di d<strong>et</strong>to pi<strong>et</strong>r’olio<br />

presso <strong>il</strong> Lago Averno, e, perché hanno più qualità sulfurea degli altri bagni, sono più esiccanti che emollienti.<br />

L’acque hanno virtù astersiva togliendo le macchie dalle carni, mollificano e distendono i nervi attratti,<br />

estenuano la crassezza particolar<strong>mente</strong> bevute; hanno però un vapore che induce sonno, gravezza di testa e<br />

torpore di sensi. Prende <strong>il</strong> nome dall’altezza del monte d<strong>et</strong>to Culma, e corrotta<strong>mente</strong> Culina.<br />

Del Sole e della Luna per ec[108]cellenza prende un picciolo bagno <strong>il</strong> nome, che discende per le rovine<br />

d’alcuni edificj, ma occupato in gran parte e ristorato al meglio che si è potuto. L’acqua che scaturisce<br />

nell’antro ha qualità solfurea, ferrea e magn<strong>et</strong>ica, onde cava i ferri dalle ferite, riscalda, disecca, corrobora,<br />

conferisce alle rotture, all’ulcere delle gin<strong>occhi</strong>a; e se gli dà attributo di divino perché toglie ogni genere di<br />

gotta e di dolori, sana l’ulcere, sollieva i podagrosi e ferma <strong>il</strong> sangue; fu d<strong>et</strong>to ancora questo Bagno degli<br />

Imperadori.<br />

Dal gibbo d’un monte che gli sovrasta, prende <strong>il</strong> nome <strong>il</strong> Bagno del Gibboroso, in lingua napolitana<br />

Scartellato. L’acque sue sono bevib<strong>il</strong>i, ed efficacissime alle reni, e meati orinarj, discacciando i mucchi e<br />

l’arene, e ferma i flussi di sangue alle donne.<br />

Il Bagno del Vescovo è così d<strong>et</strong>to o perché ristorato da qualche vescovo, o per la giurisdizione del<br />

vescovo di Pozzuoli, o perché se ne servono i prelati, che per lo più patiscono di podagra; corrobora lo stomaco,<br />

[109] desta l’app<strong>et</strong>ito, estrae <strong>il</strong> ferro, ed allegerisce le membra.<br />

Ut<strong>il</strong>e ancora <strong>alla</strong> podagra è <strong>il</strong> bagno d<strong>et</strong>to delle Fate, d<strong>et</strong>to così perché fatale contro i morbi; o per le<br />

false ninfe adorate da’ gent<strong>il</strong>i, d<strong>et</strong>te dal volgo fate; o per li fatti, come vuole l’Alberti; danno forze l’acque allo<br />

stomaco, togliono la nausea, provocano l’app<strong>et</strong>ito, ed anche tirano fuori <strong>il</strong> ferro.<br />

<strong>Di</strong> Bracula, Br<strong>et</strong>ola o Broncaula, secondo la diversità degli autori, è un bagno in un luogo molto basso e<br />

rotondo, perciò così d<strong>et</strong>to; è di qualità nitrosa, solfurea e di rame, e perciò assottiglia le fauci grosse, rendendo,<br />

l’acque bevute, la voce sott<strong>il</strong>e; giova <strong>agli</strong> <strong>occhi</strong> ed <strong>agli</strong> altri sensi, discacciando le febri lunghe.<br />

Del Bagno della Spelonca dicono che havesse scritto Galeno dell’acque, del quale chi bevesse cinque<br />

dramme calde ogni mattina, havrebbe havuta la salute in tutti i membri del diafragma; questo luogo nell’opere<br />

di Galeno non si ritrova; è di giovamento bensì agl’idropici, alle gotte ed <strong>alla</strong> tosse.<br />

[110] Tra <strong>il</strong> Mare Morto ed <strong>il</strong> Mare Mi<strong>seno</strong>, in un 27 campo di fin<strong>occhi</strong> selvaggi trovasi un bagno che<br />

prende da questi fin<strong>occhi</strong> <strong>il</strong> nome; e perché anche la d<strong>et</strong>ta pianta giova <strong>agli</strong> <strong>occhi</strong>, scrivendo i naturali che le<br />

serpi vi fregano gli <strong>occhi</strong> guasti dallo star sotterra, e ne ricevono la vista; ne ha col nome la qualità, l’acqua,<br />

togliendo la lippitudine d<strong>agli</strong> <strong>occhi</strong>, le macchie e le ulcer<strong>et</strong>te che vengono in essi, rendendo la vista acuta.<br />

Poneremo in fine tutte le virtù dei sud<strong>et</strong>ti bagni riep<strong>il</strong>ogati ne’ tre epitaffj posti da don Pi<strong>et</strong>ro d’Aragona,<br />

come si disse, uno avanti la Grotta presso Pos<strong>il</strong>ipo, l’altro a Pozzuoli, ed <strong>il</strong> terzo a Tritola.<br />

Il primo dunque è questo:<br />

27 Editio princeps: uu.<br />

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