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Di Napoli il seno cratero esposto agli occhi et alla mente de' curiosi

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Il conte Jacopo della Marce, marito di Giovanna pred<strong>et</strong>ta, havendo fatto morire Pandolfello, pres’egli tutta la<br />

soma del governo del Reame in quel medesimo tempo, con titolo di vicario.<br />

Braccio de’ Fortebraccio perugino, capita[N5v]no di gran fama, fu condotto da Alfonso e d<strong>alla</strong> Giovanna con<br />

titolo di grancontestab<strong>il</strong>e e di viceré del Regno, donandogli la città di Capua nel 1421.<br />

Don Pi<strong>et</strong>ro d’Aragona d<strong>et</strong>to l’Infante, rimase al governo di <strong>Napoli</strong> in 110 luogo del re Alfonso suo fratello,<br />

quando gli occorse passare in Ispagna in ajuto dell’altro fratello don Enrico nel 1423.<br />

Giorgio d’Alemagna, conte di Buccino, fu viceré per Luigi III d’Angiò dal 1423 in sino al 1405.<br />

Sergianni Caracciolo, gran siniscalco e favoritissimo di Giovanna, governò per essa <strong>il</strong> Regno dal 1425 insino al<br />

’32, che per ordine della medesima fu una notte del mese d’agosto ucciso.<br />

Per la morte di Giovanna furono creati in <strong>Napoli</strong> 16 governatori e i principali erano Ramondo Orsino conte di<br />

Nola, Giorgio d’Alemagna conte di Buccino, <strong>il</strong> conte di Caserta della Ratta, quel di Mondorisio di casa<br />

Barr<strong>il</strong>e, Ottino Caracciolo conte di Nicastro e gran cancelliero, <strong>il</strong> Monaco d’Anna gransiniscalco, Gualtiero<br />

e Ciarl<strong>et</strong>ta Caraccioli, Giovanni Cicinello, Marino Bosia ed altri, nel 1435.<br />

La reina Isabella, moglie di Renato d’Angiò, prese per esso la possessione del Regno e ne rimase governatrice<br />

nel 1436.<br />

Antonio Caldora, dopo la morte di Jacopo suo padre, hebbe da Renato <strong>il</strong> priv<strong>il</strong>egio di viceré di tutta quella parte<br />

del Regno che gli ubbidiva, nel 1439.<br />

Aron, overo Arano Cibo genovese, di cui nacque papa Innocentio VIII, fu vice[N6r]ré per Renato nel 1437, <strong>et</strong> a<br />

richiesta de’ napolitani, sodisfatti del suo governo, vi fu poscia confirmato dal re Alfonso nel 1442.<br />

Don Fernando d’Aragona duca di Calavria rimase al governo del Regno quando <strong>il</strong> re Alfonso, suo padre, mosse<br />

guerra a’ fiorentini <strong>et</strong> andò per difender la libertà di M<strong>il</strong>ano, essendo morto <strong>il</strong> duca F<strong>il</strong>ippo, nel 1447.<br />

La reina Isabella, moglie del re Ferrante I, governò <strong>Napoli</strong> in tempo che <strong>il</strong> marito uscì contro i baroni ribelli, dal<br />

1459 insino al ’65.<br />

Monsignor di Monpensiero viceré per Carlo VIII, quando si fu impadronito del Regno in <strong>Napoli</strong>, e se ne tornò<br />

in Francia, nel 1494.<br />

Don Federigo d’Aragona fu a’ governo di <strong>Napoli</strong> per Fernando suo nipote, che guerreggiava in Puglia con<br />

francesi, nel 1496.<br />

Luigi d’Ormignacca, duca di Nemurs, fu viceré in <strong>Napoli</strong> per Luigi XII re di Francia, nella divisione del Regno<br />

fattasi tra <strong>il</strong> d<strong>et</strong>to Luigi e ’l Re Cattolico, nel 1505.<br />

Don Giovanni d’Aragona, conte di Ripacorsa, fu lasciato viceré in <strong>Napoli</strong> dal pred<strong>et</strong>to re, quando venutovi se<br />

ne partì con Consalvo, nel 1507.<br />

Don Raimondo di Cardona, conte d’Albento, venne viceré in <strong>Napoli</strong> per lo medesimo nel 1509.<br />

Don Francesco Remolines, cardinal sorrentino, fu luogotenente per l’andata [N6v] del Cadorna con l’esercito in<br />

Lombardia, quando ne seguì la rotta di Ravenna, nel 1512.<br />

110 Editio princeps: iu.<br />

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