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Di Napoli il seno cratero esposto agli occhi et alla mente de' curiosi

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[241] L’ultimo autore nostro cittadino cava che sia stato dove è Castell’a Mare da molti edificj antichi in<br />

San Marco Vecchio, Carmiano e Varano, da una via s<strong>il</strong>icata e scoverta, che dovea essere in Stabia dai Tempj di<br />

Plutone, ora dedicato a San Biagio, dall’acque medicinali che vi scaturiscono, nominate da Galeno e da<br />

Columella, dai tempj anche di Ercole e di <strong>Di</strong>ana, d<strong>et</strong>to ora Santa Maria a Fano, e da diverse cogni<strong>et</strong>ture ed<br />

epitaffj, a’ quali vi sono le risposte; ma non è mio pensiero di contradire ad alcuno; certo è che la maggior parte<br />

degli scrittori fanno Stabia presso Sarno, come sono Strabone, Seneca, Ambrogio Leone, Leandro Alberti,<br />

Cam<strong>il</strong>lo Pellegrino, ed altri, benché dicano esser poco lungi di là dove adesso è Castell’a Mare che si dice di<br />

Stabia, e di là dal Sarno, con tutto che <strong>il</strong> Peutingero, nell’Itinerario, ed <strong>il</strong> Cluverio la pongano di qua; ma,<br />

essendo nel territorio di Nocera e de’ popoli sarrasti, è di necessario che di là dal Sarno fusse.<br />

TAVOLA [XXIII]: “Veduta della Torre di Rovigliano. All’<strong>il</strong>lustrissimo signor don Enea Piccolomini de’ prencipi della Valle”.<br />

Or, prima di dire della d<strong>et</strong>ta città, diremo qualche cosa del fiume [242 81 ] Sarno, dal quale prendono <strong>il</strong><br />

nome i suoi abitanti d<strong>et</strong>ti popoli sarrasti, o pure dal Monte Sarro, da cui nasce d<strong>et</strong>to fiume, come habbiamo<br />

d<strong>et</strong>to avanti.<br />

Passa <strong>il</strong> d<strong>et</strong>to fiume per Nocera e per un altro castello che tiene anche <strong>il</strong> nome di Sarno, e per Scafati;<br />

vien d<strong>et</strong>to anche Dracone, per la ragione d<strong>et</strong>ta che si mischiava con esso, come appare nominato in diverse<br />

scritture. Venendo <strong>il</strong> Dracone a sboccare nel pred<strong>et</strong>to, un miglio presso la Torre dell’Annunziata, nascendo<br />

dalle radici del Vesuvio; servono l’acque sue, che già furono navigab<strong>il</strong>i, per raggirare molti molini, <strong>alla</strong> d<strong>et</strong>ta<br />

81 Tra la pagina 242 e la successiva è inserita la tavola [XXIII].<br />

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