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COMMENTO DI ANTONIO BRVCIOLI.
dotto quelIo,8c datogli il dominio di ogni creatura, ac*
cio che fubito dal principio,ueggendo la moltitudine de
giumentinon gli potefle uenire in faft;'dio,come fegli ha
uefleimanchare da nutrire tali,8c fi grandianimali, pri*
ma che paflafle à quefto il buono Iddio,antiuenendo gli
fa animo a v
dire cofi,8c dimcftra che tanto eflb, quanto i
giumenti,8c tutte le fiere,habbino pel precetto del Signo
re a' abondare del ujtto fouenendo la terra, perche poi
che difle ufare in cibo,foggiunfe fubito, 8c a v
tutte le be*
Aie délia terra, 8c agliuccegli del cielo, 8c a" ciafcuno fer*
peggiante foprà la terra.
Et a v
ogni beftia délia terra, Se" a' ogni uolatile del
cielo, 3c a ciafcuno ferpeggiante fopra la terra,
nel qualee'anima uiuente,ogni uerdura di herba
incibo,Scfucofi.
Ete v
quefta diligente,8c fedeIeincuIcatîone,8e repetitio
ne,accio che ufiamo le créature, folo Iddio fruiamo, fia*
moglifuplicheuoli,8c obedienti,8c fu fatto cofi, che fur*
no finite in quefti fei giorni tutte le cofe, lequali il fapien
tiflîmo cpnditore,8c omnipotente uolfe che fi facefiino.
Et uidde Iddio tutto quello che effo haueua fat*
to,ôc ecco (era ) buono grandement^ Scfu fera,
ôcfumattinadifefto.
Approuo s
Iddio tutte quelle cofe che fece,8ceMo ordine
di quelle, 8c per quefto erano buone aile genti, 8c utili,
perche niente fu fatto a v
cafo,8c fenza degna ragione da
Iddio in tutto il mondo , anchora che noi per la fragili*
ta del noftro intelîetto ignioriamo le ragioni, 8c le eau*
fe délie cofe fatte,
E
CAP. II.
T f urno,finiti i cieli, ôc la terra, Se tutto lo efer
cito loro.
ïl principio di quefto capitolo, e v
to quello che fatto haueua,8c ecco era grandemête buo
no,nel fecondo per negatione délia operatione di poi
8c per quefto modo fi deferiue Iddio hauere finita Topé
ra fua nel di fettimo.
Et benediffe Iddio il di ferrimo,ôe fantificollo,per
che in effo haueua ceffato da ogni opéra fua che
cred lddio per fare.
Penedetti erano certamente gli altri di prîmî, 8c queflo'
fettimo uolfe, 8c infègno che fi fegregaiïe,8c ordinafie in
quefto,che daglihuomini fi attendefle al creatore,8c che
in quello fi ftudiaflî di conofeere il beneplacito di lddio,
riconofcere,8c commemorare i benefîcii fuoi,8da poten
tia,fapientia,prôuidentia, 8c bonta délia fomma fua ope
ra.Et quefto diciamo,accio che alcuno non penfi,che Ici
dio habbia attribuito alcuna fantificatione a" quefto di
piu che agli altri giorni,fc fi confidera per fe,ma e
uno epilogo di tutta la
creatione,dellaquale e detto nel capitolo fuperiore,8c le
altre cofe , che feguono, furno fatte nelfefto di, perche
quelle cofe,che fommariamëte di fopra haueua riftrette,
qui piu abondeuolmente efplica,cioë délia creatione del
huomo,8c délie altre cofe.Finiti furno adûque il cielo ,8c
la terra, 8c tutta l'opéra fua, 8c tutto l'ornamento di que
gli.Etrefercito,8cornamento del cielo fono il foie ,1a lu
na,8c tutte Taltre ftelle.L'efercitOj&cornamento délia ter
ra,fonoimonti,con le ualli,8ccampi,fonti,8cfiumi,pra*
ti ,biade ,arbori,8c i gieneri de ferai,1e diuerfita dçgli ani*
tnalj fecondo le uarie fpecii,8c i generi,tanto fopra la ter
ra, quanto in aria, appreflb a" quella , tutte lequali cofe
tanto fi poflbno dire'brnaffiento del cielo,8c délia terra,
quanto efercitp del fommo Iddio, 8c nobili membri di
tutto il mondo.
Et fini lddio nelfettimo di Topera fua, laquale ha,
ueua fatta, 8c ripofoffi nel di fettimo da tutta lo*
pera fua,che fatta haueua.
Nel di fettimo fini Iddio Topera fua, accio che fipofafle
nel di fettimo, &c di poi nefluna opéra nuoua creafie. Et
fermoflî dalcreare nuoue fpecii,8cgeneri di créature,ma
non dalla prouifione,côferuatione,8c gouernatione. Et
pofô,6 ceffd Iddio il fettimo di,ma dalla nuoua creatio*
tionc.Et cofi dimoftra Mofe, l'untuerfa opéra fua hauer
la finita nel difettimo,cio e' che il di fefto fu Tultimo di,
nelquale operafi*î,accio chenel fettimo fi pofafîe. Ne op
pugna al compimento fatto deU'uniuerfo nel di fefto que
fia fententia,che Topera fu finita nel di fettimo,perche in
due modi fi dice Iddio hauere finita Topera fua, nel pri*
moôri la attione pofitiua,per laquale perfettaméte for
jnb Tuniuerfo col porui la fuprema mano , 8c fimile fine
rifguarda al di fefto,nelquale e (critto.Et uidde Iddio tut
x
tanto
piu fanto, quanto noi in quel di figmo piu fanti. Ne per
quefto fantifico' Iddio il fabbato,perche fi delettafle del*
le noftre ferie, d del noftro ocio , ma accio che piu Iiberi
da ogni opéra ci aduniamo in quel di,8c con gratitudine
memoriamo i beneficii di Iddio, udiamo la legge, 8c il
uerbo fuo,adoriamo e(To,feruiamogli,8c dipoiattendia
luo alla cura del proffimo. Et cofi la ofleruatione del fab'
bato, che ne libri del uecchio teftamento, fopra gli aïtrf
precetti tanto anfiamente, 8c tanto fpeflb e v
comandata
da IddiQ,repetita,inculcata,parte rifguarda alla fede, 8c
cuîto di Iddio,parte alla charita del profiîmo.In quant»
adunque che il fabbato è fondato nella immutabile legge
délia pieta.non fia mai ca(Tato,ma dal fabbato fara fabba
to,come dice Iefaia. Ma il fabbato efteriore, 8c del tutto
cérémonie,eflere fcancellato da Chrifto teftificano chia
riiîïmamente le euangelice lettere. Adunque fanto fara
il fabbato,fe noifaremo fanti,cioe'* pii, innocenti, 8c ueri
cultori di Iddio.Et la myfiica fignificatione del fabbato,
i propheti,8c Paulo nella epiftola agli Ebrei beniffimo ef
pongano, moftrando cheiluero fabatifmo e v
del tutto
ceflare dalle proprie opère noftre, che cofi lo diffinifee
la Epiftola agli Ebrei capitolo quarto, 8c quefto nô con
fcguirenb prima che eftinto Tultlmo nimico,che è la mor
te,Iddio fia tutte le cofe in tutte.i.Cor. iy.Et a N
quefto fa
batifmo,perche in eflb e' terminata,8c compita la noftra
felicita,8c quiete,è conueniente che noi qui ci preparia*
mo,8c quefto auuiene,quando feclufi i ncgotii,8c le cure
di quefta uita prefente,confideriamo diligentemente To
pere di lddio,i]che certamente e" uno uero gufto di feli*
cita,laquale uerra coropita,quando apparra Iddio corne
eflb e\ Etcofi a' noi fi appartiene continuare fabbato a v
fabbato con gli ftudii,8ç opère délia pieta, fecondo il ua
ticinio di Iefaia,efiendo fempre uacui dalle cure dclla car
ne,perpetuamente liberi da peccati,intenti à diuini bene
ficii uerfo di noi,penfando a s
quegli,8c celebrandogli.Et
a v
quelle cofe non dobbiamo folamente penfare que gi*
orni che noi piu tofto alTocio,che a v
fimili contemplatio
ni habbiamo dedicati,ma fempre,nô efiendo degno del
chn'ftiano un fimile ocio.
Quelle fono le gêneratîpni de cieli, et délia ter*
ra, quando furno creati, nel di nel quale fece il Si
gnore Iddio la terra,eticieli.Et ogni uirgulto di
campo auanti che fuffe nella terra, ôc ogni herbai
di campo auanti che germinaffe,perche non ha*
ueua fatto pio uere il Signore Iddjo fopra la ter*
ra,8c non era huomo che cultiuaffe la terra.
Pigliafi in quefto luogo quello che dice,il di nelquale fe*
ce,il di per tutto il tempo nelquale furno create,8c forma
te le prime creature,perche non in uho de fei giorni,quai
û uoglia fu fatto il cielo,8c illuftrato dalle ftdle, 8c la ter*