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NEL LIBRO PRIMO
x x
CAP- *
rfa P f*"diffe auanti a".lon.tah.che cofa fectf
&h mia ôcche peccato il mio auanri
cheiniquitaei ^ d i f f e g I ^ n ô
d p FIa «orrai eccononfara ilpadremio cofa
»7 n
S o l a chenô riueli all'orecchio mio,
g
rhfafcond'erailpadre mio da mequefto."
«PueRTo. Etgiurd di nuouo Dauid, ÔC diffe,
do feppe il padre tuo, che io trouai gratia
P
S!occhitaoi,« hadetto,non fappia quefto lo
^lh accio che non fi adolori, ma uiue il Signo
« acoiue l'anima tua,che quafi uno paffo fu ,fra
é scfra la morte.Et diffe lonatah a Dauid,quel*
lochediraranimatuafaroàte. Et diffe Dauid à
lonatah ecco domane fono le Kalende, ÔCio fofiliofedereappreffo
alRe à mangiare, ôc mande;
;itaj^»-" x
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raneme,ôcafconderommi nel campo infino alla
fera del di terzo.Se ricordando fi fia ricordato di
me il padre tuo,dira j
citta. ,domando domandando da
nie Dauid di correre in Bethlehem fua, pche
quiui è facrificio annualeà tutta la fanr'glia.Seco
fi dira bene,pace alferuotuo,mafeadrrandofi a*
direra fappiche compita è la malitîa di effo.Et fa*
raimifericordiacol feruo tuo,pche nel patto del
Signoreconducefti il feruo tuo teco,ôc fe è iniqui
tainme,amazame tu, fie perche mi uuoi far ueni
re infino alpadre tuo.^Et diffe lonatah, fia difeo*
ftoda re,che feconofeendo io conofeero che cô
pitafialamaiitiadcl padremio,cheuenga côtro
à te,8c non te lo annuntiero io.^Et diffe Dauid à lo
natah,chimirefenra,dfeii padre tuo ti rifponde
raduramenter" Etdiffe lonatah à Dauid, uieni,ôc
ufeiamo nel campo,ôc ufeirno ambedue nel cam
po.Et diffe lonatah a Dauid,il Signore Iddio di if
rael(rifguardi)feioinuefîighero Panimo delpadremio/econdo
il tempo domane, o'Paltro, ÔC
ïe alcuna cofa di bene fia fopra Cauid, ÔC non al*
Ihoramanderoàte,ÔC riueleroagli orecchi tuoi.
Cofi faccia il Signore àlonatah,ôccofiaggiunga,
ïe piacera a! padre mio di fare maie fopra dite, aprirro
f orecchio tuo, ôc manderonne te, ÔC ancrai
in pace, ôc fia il Signore coneffo teco, come
*u col padre mio. Etfe non faro,uiuendo ancho­
RA io,non farai meco la mifericordia del Signore,
ne quando faro morto- Ma non taglierai la mi*
lencordia tua dalla cafa mia infino nel fecolo,
q u
, a n d o h a r a
eradicati .il Signore i nimici di
uauid,ciafcuno dalla foperficie délia terra. Et
pattouifcaionatah con la cafa di Dauid, ÔCricer-