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NEL LlBRO III. DE
• rht defti te fteffo a fare maie negli occhi
tf 00
RE. CAP. XXII. ^ 146
*' C FECO io produco fopra te maIe,ôcfgo
Et diffe lofaphath, oh non e
delfigaore.tc * m o d, A h ab quello che
x
qui alcuno prophe*
ta del Signore,accioche che cerchiamo da quello.^Et
diffe iIRe di ifrael à lofaphath, anchora ci
è uno huomo da cercare il Signore da quello,ma
B R
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F Ï ?daro la cafa tua, come la cafa di Iarobâ
, L U R O & ilrinchmfo, Se lo abbandonato
? ffo o di Nebath, ôc comela cafa di Bahafa fi*
lotdiAhiiah^erlaprouocanoheperUq^
,?nrouocafti,ô£facefti pecchare Ifrael. Etancho*
Knra Ifebél parlo il Signore, dice'do,! cam ma
fSnolfebelnelauaile dilefreel. Quelloche
orra à Ahab ne la citta mangieranno i cani, ôc
Û Hoche morra nel campo mangieranno gli
ccedi del cielo. Certo non fu alcuno come Ah
ab che dette fe fteffo à fare maie negli occhi del fî
ore perche incitd quello Ifebel moglie fua. Er
fece moite abominationi per ire dietro agli idoli
fecondo tutte quelle cofe che feciono gli Emo*
rdiquali fcaccwil Signore da la faccia de figliuo
Ii di ifrael. Et fu come udi Ahab qfte parole ftracc
io iueftimenti fuoi,5C pofe il facco foprala carne
fua scdigiuno, ScgiacèinfaccOjôccamindfom*
meflluamente. Et fu laparola del Signore àElia
Tisbite,dicendo. Oh non uedefti che Ahab fi hu*
milid da la faccia mia.'' per efferfi quello humilia*
to da la faccia mia, non indurro il maie ne giorni
fuoi, ne giorni del figliuolo fuo indurro il maie
fopra la cafa fua.
Narration l'impieta di Ahab uerfo Naboth ,8da pena di
tanta feelcratezza efendo tnandato Elia a v
Ahab ,ilquale
inquelpunto difeendeua à poffedere la uigna di Naboth.
Di quello che dice Ahab ,d trouafiimi nimico miofè il fen
fo,oh trouallimi hora in qualche male,che fecôdo il coffu
roe tuo per qllo ne minacci fare uen detta, come mio nïmï
co? alquale, rifpôde trouai, come fe diceffe in quel che fe*
gue.Tu tanto licctiofamête pecchi,come fe tu fuffe tutto
datoal peccare.Et predicc dipoi quanto maie gli fopra*
flaua per la concitata ira del Signore,improperandogli le
abominationi che effo hauea fatte in Ifrael con le fue ido*
Iatrie.Et dolfefi Ahab.che fuffe fatto tanto abominabiie
a lddio,8c fece tutti i fegni della fua penitentia,humilian*
dofi auanti al fignore.onde il fignore anchoraeffo fi miti*
ga, promettendo di differire il maie che uoleua indurre.
CAP. XXII.
TJTflettonotre anni fenza guerra fra Syria, Se
A* Ifrael. Et fu nel anno terzo difcefe lofaphath
Re di Iuda al Re di Ifrael. Et diffe il Re di ifrael à
KRMFUOI,oh nô fapefti chenoflra è Ramoth Ghi
«d & noiftiamodi pigliare quella da la mano
«fclRedi Syria.-'Et diffe a* lofaphath, uerrai tu me*
coalabattagliainRamothGhilad.-" ôc diffeIofa-
PhathalRediIfraeI,taIefaroiochetu,ôctaleilpo
Polo mio che il popolo tuo, tali i cauagli miei
«ei cauagli tuoi.Et diffe Iofaphathat Re diifraeî
«rca p„ego quefto di laparoïadel Signore.Et
CENSL S
° llRediiffad
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10 l'ho in odio, perche nô propheteza fopra me
cofa buona ma cattiua,Micha figliuolo di lmla,ôc
diffe Iofaphath',nô dica il Re cofi.Et chiamd il Re
di ifrael uno Eunuco,8c diffe, affrettati dicôdurre
Micha figliolo di Imla.Et il Re di Ifrael, ÔC Iofphat
Re di Iuda,fedeuano ciafcûo fopra la fedia fua,ue
ftiti di ornaméto regio,neii'aia,prefib all'ufcio de
la porta di Samaria,8etutti i propheti,propheraua
no nel cofpetto loro.Et fecefi Zedechia,figliuolo
dichenahana corna di ferro,ôc diffe cofi dice il Si
gnore, cô qfti cozerai i Syrii,infino a
h e t i
°P > 1 ^ q^«ro*
n
°^fcend,,ôcdarail signore nellamano deIRe.
N
che difperga
quegli.Et tutti i propheti fimilmente prophetaua
no,dicendo,afcendi in Ramoth Ghilad,ôcprofpe
rerai, ôc dara il Signore nella mano del Re. Et il
nuntio che era andato à chiamare Micha, parlo N
à quello,dicendo,ecco hora le parole de prophe
ti per una bocca annuntiano bene al Re,fia priego
la parola tua, come la parola d'uno di quefti, ôc
parlabene. Et diffe Micha,uiueilfignore,checio
che mi dira il Signore, quello parlero. Et uenne
al Re,ôc diffe il Re à quelîo,Micha, oh dobbiamo
andarein Ramot Ghilad alla guerra d reftare i ôc
diffe à quelIo,afcendi,ôc profpera,ôc dia il Signo*
re ne la mano del Re.Et diffe il Re àqueIlo,infino
à quante uolte ti feongiuro, che tu non mi parli,
fenon quello che è uero nel nome del Signore:*
Et diffe,io uiddi tutto Ifrael, difperfo fopra i mon
ti come pecore aile quali non è paftore, ôc diffe
11 Signore,non è Signore à quefti, ritorni ciafeuno
nella cafa fua in pacé. Et diffe il Redi Ifrael a N
Iofaphath,oh non ti diffi, che nô mi propherereb
bebene,mamale.
Pone hora la pena.che fegui Ahab facendo nafeere, dop
po tre anni di pace la guerra fra effo, & i Syri, menando
feco alla guerra lofaphath Re di Iuda,ilquale uoleua,fecô
do la parola del Signore /reuelata a v
qualche fuo prophe
ta,procederealla battaglia, alla quale tutti i propheti di
Ahab lo efortauanojfiiori che uno Mica p nome, che era
propheta del fignore, predicêdo larouina di tutto Ifrael.
Et drffe,per quefto, odi la parola del Signore, io
uiddi il Signore chefedeua fopra la fedia fua, ôc
tutto l'efercito del cielo che ftaua preffo à quello
dalla deftra fua,ôcdalla finiftrafua.Er diffe il Signo
re,chi perfuadera aAhab,accio che egli afcéda, ôc
caggia in Ramoth Ghiladr'ôc chi diffe in un mo*
do,8C chi in un'altro.Et ufci uno fpirito, & ftette
auanti al Signore,ôcdiffe,ioperfuadero à quello,
8C diffe il Signore à lui,in che cofarôc diffe, io ufci
ro,ôc faro fpirito médace ne la bocca di tutti i pro
pheti fuoi,ôcdiffe,tuperfuaderaî,ôc anchora portai
fare,efci ôc fa cofi.Et hora ecco detteil Signo
re,fpirîto mendace nella bocca di tutti quefti tuoi