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NEL GENESI.
gran conuito nel di chefu slartato Ifaac.
Dice quirifo pergaudio,per il figliuolo natoglin tanta
eta.Sarah non poteua non fi ralegrare grandemente, rj
ceuuto lo herede del proprio corpo, non hauendo per
i'auuenire à efere difprezata dala ferua.Et ciafcuno che
udira ridera meco, cioë tutti i fanli di tutti i fecoli fi rale
greranno,Sarah hauere hauuta fanta prole,dala quale fi
habbia à generare il fanto de fanti. C^uafi uoglia aire co
fi SarahjCertiflïmamente da tutti fi debbe fempre credere
a Iddio,per adempiere le promefe ,effo dette il figliuolo,
ilquale gia tante uolte promeffe, 8e accio che nefuno lo
penfi di altri dice,ecco che fece me di nouanta anni latta
re.Et crefee il figtiuolo,ilquale doppo due anni slattano,
8e ralegrandoiî del riceuuto dono fanno il conuito per
fegno del gaudio del riceuuto figliuolo.
Et uidde Sarah il figliuolo di Hagar egyttia, ilqua
le partori À Abraham, che fene rideua. Et difie a x
Abraham,fcaccia quefta ferua^Sc il figliuolo fuo,
perche non heréditera il figliolo di quefta ferua,
col figliuolo mio, eô Ifaac. Et difpiacque grande
ttiête quefta parola nel cofpetto di Abraham per
cagione del fuo figliuolo.
Confiderafi qui la natura feruile,8c muliebre di Agar,la*
quale haueua in modo infituto il fuo figliuolo Ifmael,che
fi teneua herede de paterni beni,3c fchcrniua Ifaac figliuo
lo délia libera,3c rideuafi di quegli,che fi congratulauano
con Abrahâ, ilche conofeendo Sarah cofi fu prouoeata
ala emulatione che non potette porre modo à gli affetti
fuoijche come auâti la madre,anchora nô fcacciaffi di ca
fa il figliuolo fuo,gcheë graue, Se ppetuo odio délia ma
trigna côtro à figliaftri. Et difpiacque à Abrahâ la infolê
tia delo fchernire di Ifmael ,8c Tambitione délia heredita,
8e anchora il côfentimêto di Agar madre,côtro à Sarah,
difpiacqueglila feuerita di Sarah, contro a %
Ifmael gia di
*J fedici anni,fenza dubbio chariffimo, perche effo per na*
S tura clemente,non poteua approuare feuerita tanto du*
' ra,quale era quela di Sarah contro a v
CAP. XXI. 2,
di fono quegli aftëtti,mandarne con la madré tale,8e tan
to diletto figliuolo ,non fapendo a
lfmael,:Se Agar. : '
Et diffe Iddio a Abraham,non difpiaccia negli oc
chi tuoi fopra il fanciullo,Sc fopra la ferua tua,in
tutte quelle cofe che ti ha detto Sarah obedifeia
ia uoee fua, perche in Ifaac ti fi chiamera il feme.
Et anchora il figliuolo délia ferua porro in gen?
te,perche è feme tuo.
Di nuouo confola il Signore , fecondo il fuo coftume,il
fedele fuo grauemente tentato , 8e dice non ti difpiaccia
queilo che comanda la donna, da me fi fanno tutte que*
fte cofe,cofi comando, cofi uoglio, che fi eferciti la fede
tua. Et comanda che il patriarca acquiefea a! coniiglio
délia donna,quafi dica,la uoee fua ë mio precetto,8e be
neplacito,effa uuole che Ifaac fia tuo herede, Sein efo ti
fi nominera il feme,quel benedetto,8e facrofanto,nelqua
le fieno benedette tutte le genti adottate per gratia. Et
cofi foftentaifuo*ilddio,8c confola nele tentationi.accio
che non fi difperino,percherifponde quefte cofe ala con
folatione di Abrahatn,alquale doleua di feacciare Ifmael
8e qui impariamo chiaramente efere duplice il feme di A
braham,fpirituale,8e carnale,ambe due femi,llaac, 8e If*
mael,ma non ambe due fecondo la promeffîone.
Et leuoffi Abraham la mattina, Se tolfe pane, se
un'otre di acqua, Se dette à Hagar, ÔC pofe fopra
le fpalle di quella, ôc il fanciullo,Sc mandonnela,
ÔC ando uia, ôc fmarrifîï nel deferto di Berfeba.
Auuegna che graue,8c duro gli parefle quefto non dime
no prontifimamente obedifee ala diuina uoee.Et gran*
v
che cafo,3e fortuna lo
eiponeffe.Et confidera quefta cofa prudente lettore,ac*
cio cheuegga, che non bilognadimorarea comanda*
menti diuini.Et queilo che dice.Et pofe fopra le fpale di
quela,non fi debbe intendere che a piede,8c carica ne la
mandasfi,ma che dette a" Agar le cofe opportune pel ca
mino al cibo,3e afini,oaltri giumenti per portare,ma che
di tutte le cofe dette la cura a Agar. E t iarebbc cofa ne*
fanda a'credere che ne hauelfe mandata a s
piedi la mo*
glie, 8e il teneiofigliuolo fenza prouihone maggiore di
quela che poteua portare una donna, maifimamente in
quele folitudini.
Etmancorno l'acque dello otre, ôc gitto il fan?
ciullo fotto uno degli arbori. Et ando, ôcfedegli
ali'incontro difeofto quanto ë il gittare d'uno ar
co, perche diffe, io non uedro quando morra il
fanciullo, Se fede allo incontro, Sealzo la uoee
fua,ôcpianfe.
Et per la uolonta di Iddio fi confumorno lacque , accio
che fufe luogo ala defperatione, nela quale fi ricercasfi
il diuino aiuto,alhora grandemente propinquo,quando
mancaThumano. Laiciauail fanciulo cheperiuaperla
fete,8e ftracchezza defperandofi délia uita, ne lo poteua
uedere morire la madré. Et gittare in quefto luogo figni
fica porre,come Iolëph nela cifterna,8e Mole nel acqua
fi leggono efere ftati gittati. Et ando la madré, lafeiato
mezz o morto il figliuolo, ilquale commeteua al Signo
re,8e col cuore, 8e con la fede, 8e con le lacrime oraua ai
Signore,8e con fortisfime preci clamo\
Et udi Iddio ia uoee delf anciullo,ôe chiamo l'an
gelo di Dio Hagar da cieli, ôc diffegli, che hai tu
Hagar.^non temere,perche ha udita Iddio la uo?
ce delfanciullo, nel luogo doue egli è. Rizati to
gli il fauciulOjôe tienlo con la tua mano, perche
in gran gente porro quello.Et aperfe Iddio glioc
chi di quella,ôc uidde un pozo di acqua,ôc ando,
ôCempie Totre di acqua,ôedette bere al fanciullo.
Cioe efaudi il Signore,la uoee del fanciulo ,auuegna che
non fi fcriua,che il fanciulo clamaffe, ma la madré , ma
clamaua,l'eta innocentera fede di Abraham,la promif*
fione di Iddio,1e lacrime délia madré. Et gli occhi del Si
gnore,per tutto ueggono le neceffita de fedeli. Et il nf*
guardare di Iddio ë fcorrere,confolare,8e quefto permi
nifterio angelico,promettendo afai futuri béni ma fol'a*
mente temporali, perche Agar era gia leuata dala fami*
glia di Abraham col figliuolo fecondo la carre,non che
Agar, :
8c Ifmael non fi faluafino , ma erano figura pro*
priaméte de fedeli, auuegna che fi pofa credere che fufi
no fedeli,8c furno figura délie genti, che hauieno à cre*
dere.Confcrtala a' foftentare il fanciulo languido, Se af*
fanato grandemente per lo ardore délia fete, 8e accioche
maggiorrnente fi confolaffe,anchora efa madré afanna
ta di nuouo riode le cofe gia promefe da Iddio, 8e crede
de futuri benefici ueggendo,le cofe prefenti. Et non era
prima gia cieca, ma pouera di configlio in tante anfieta,
perche per la uolonta di Iddio non haueua potuto uede
re il pozzo, infino à tanto che uolfe il Signore . Et noi
ignorereno anchora le prefentifime cofe,fe Iddio ci uor
ranegare quele.
Et fu Iddio col fanciullo, ÔC crebbe,ÔC habito' nel
deferto ,ôe fu(maeftro)di trarre con l'arco.Er ha?
bito v
nel deferto Paran, Se prefegli la madré fua
moglie,della terra di egytto.