B410186201_I649_1_mrc.pdf

COMMENTO DI AN
jdella proIe,per caufa délia quale e^infiituto il matrimo*
nio , finalmente come la ragione del fucitare il feme al
fratello morto, tanto auanti alla legge , quanto fotto la
legge piacque a iddio,come appare qui,cofi grandemê'
te dif piace a lddio la difperfîone del feme, cio e" fare im
pedimento alla proie. Et ludafpofa Selafuo figliuolo ,
ma propone di non dare, penfando che quella portalfe
feco cattuio augurio.Et dice giorni,& non anni, perche
fopraitaua l'aiiho , nelquale luda entro" col padre in E*
gytto,8c diceii la moglie morta, accio che appaia Tha*
mar non hauere haauto altro manto. Et afcende a tofa
tori per confo.arii doppo la perla moglie,accioche fuffe
lieto al conuito, onde piu fi loleua prouccatc la libidinç
degli huomini.
Etfununtiato a' Thamar, dicendo, ecco ilfuoce
ro tuo afcéde in Timnath a" tofare le pecore fue.
Etleuofîi le uefte délia fua uedouita dafe, ÔC co*
piiili d'uno uelo,ôc celoili, ôc fede nella porta di
Enaim che era fopra alla uia di Timnath, perche
haueua ueduto che Selah era crefciuto ôc effa nô
gli era ftata data per mogîie.Et uidde qlla Iuda,ôC
penfo che effa fuffe meretrice , perche iï haueua
coperta la faccia fua. Et diuerti a lei dalla uia, ÔC
diffe,concedi priego che io entri àte,perche non
fapeua che fuffe fua nuora,ôC diffe,che mi darai fe
entrerrai a me.'Et diffe io mandero il capretto de
le.capre da greggi, ôc diffe,fe tu mi darai il pegno
infino a tanto che tu lo mandi.Er diffe che pegng
ch'io ti diar'ôcdiffe il fîgillo tuo,ÔeiI cordone tuo,
ôclamazza tua che e nella tua mano, ôc dette a*
quella,ôc entro' a v
quella, ÔC ingrauido di quello.
Fu noto a s
Tamar l'afpettata occafione, per inftinto di
Iddio,per ilquale infiituta gia délia fama délia fanta pofie
«ta, defideraua il feme a v
pofteri da luda, onde inganna
ta da figliuoli,cerca il fuocero,& piglialo,8c di qui uera*
mente felice,?c gloriofa diuenne. Et pêfaua quello doue
re tornare dal conuito piu allegro, 8c giocondo , 8ccofi
poterû uincere.E t cofi fi uefti con habito piu ornato, ac*
cio che lo alletaffe,Sc piu piace(Te,8c quefto perche uidde
luda hauere mentito, 3c dato il fuo figliuolo a %
una altra.
Et quello che dice nella porta di Enaim fi inîehde in luo
go publico auanti agli occhi di tutti quegli che paffono,
8c aicuni,penfono che fia proprio nome di luogo . Et ë*
manifelto tutte quelle cofe effere fatte per la difpenfatio
ne dilddio,8c da honeftilïïma donna, 3c che prudente*
mente confidero tutte le cofe, accio che non ueniflî a""
pericolo deila uita,8c dello honore. ,
Et rizzoffi,ÔC ando uia,ôc leuo il uelo fuo dafe, ÔC
ueftiffi délie uefti délia fua uedouita.Et mando' lu
da il capretto délie capreper la mano del compa
gno fuo Adulamita, accio che ripigliaffi ilpegno
dalla mano délia donna, ôc non trouo quella. Et
domando gli huomini del luogo dicendo, doue
è qlla meretrice ch'era inEnaim preflb alla uiar'ÔC
diffono non f u qui meretrice. Et ritorno a 1
luda,
diffe,io non l'ho trouata,ôc anchora gli huomini
del luogo difîono,non fta qui meretrice. Et diffe
Iuda,piglifelo accio che non fïatno in uergogna,
ecco io mandai qfto capretto,ÔC tu nôla trouafti.
Honeftamente, 8c caîtamente dimoraua nelle cafe pater*
ne, ûrnulandoja pregnezza al tempo opportuno, per*
TONIO BRVCIOLI.
che niente altro defiderauano quelle fante feminç t
proie .Et Ridomanda il pegno per la mano delf^'
amico, 3c manda il capretto, ilquale cercando fe au• {
donna che fieffe a v
guadagno,udi non effere alcuna i^ 1
talacitta,chepcneffeilcorpofuoa N
guadagno 0l!?
uergognandofi luda délia nota délia fornicationê D
quello piu non ricerca.
J
" e t
Et furno circa tre mefî,ôc fu referito a' luda dj Ce
do, Thamar nuora tua hafornicato, ôc ecco anchora
e' grauida dalle fornicationi, ôc diffe i Ucj 3'
cauatela fuora,ôe fia arfa.Eteffa efTédo cauata frjQ
ra, mando alfuocerofuo dicendo, delf huomo
del quale fono quefte cofe,fono grauida, ôc diffé
conofci priego di chi fieno il figillo, ôc i cordonj
ÔC quefta mazza. '
Faalmente fi credano anchora le cofe cattiue de fanti 8c
malîîmamente quando per qualche caufa faranno ocîîa
ti,3c cofi accadde qui di Tamar a' effo luda. Et foccorre
il Signore a' fedeli che fi cenfidano in effo. Et fu corne