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NE NVMERI. ' CAP. XXIIII. f }6
ore dibenedireIfrael, ôc non andd parlero.Et hora ecco io uoaïpopolofnio,uienf,
chi del Sign j n c ontro agli augurii, ôc po. confîgliero te quello che fara quefto popolo aï
corne 1[altre ^ ^ ^ B i l h a m g l j o C c h J p Op 0i o t u o n e g l l- u l t j m i d j m E t p r e f e I a p a r a b o j a
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fc aÇ* "° * frâd chehabitaua per le tribu fue, fua.ôc diffe, diffe Bilham figliuolo di Behor,ôc dif.
fuoi,» nid ^ o d j l d d i o # E t p r er e j, p a f e l'huomo che ha aperto I*occhio. Diffe quello
gjfu fopra q^ ^ figliuolo di Behor, ôc che odei detri di.Dio,ôcfalafcientia de l'altiffimo,
1Î1 lomo che ha aperto l'occhio. Diffe quel la uifione de l'omnipotente eflb uede,cafca, ôc a.
. 1 1 i detti d'Iddio,che uede la uifione de lo pre gli occhi.
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• r«Lt cafca 3C fono fcoperri gli occhi fuoi. Ac^ffiBatequetoterza uolta plu che tnttelealtre.do
omnipOtete,caica,CXIU 1
H , T lendofidiBilham., ilquale haueua fatto uenire per maie*
Ouanto fono buom i padighoni tuoi lacob,i ta. d i r e e ( f o p o p o b > j ] q u a k n o n fo]amente n o n h£ C U 3 u o ( u
fc^rnacoli taoi Ifrael to maledire, ma contro alla uolonta del Re anchora lo
Rlhara hauendo gia efperimentato tante uolte, che pia benediua, per laquale cofa comanda che fi ritorni al luo
Z. » al Signore che benedicdfe lfrael,8c che non ui era al g o m o j 3 i n i c g a & hauergli a" dare quegli honori, de qua
ninaODportunita di maledire, ne reuelatione che pure lo |j penfaua honorarlo quando mando per lui. Et dice Id*
arrennarfe auuegna che gia haueffe facnficato la terza dio hauerlo priuato di effo honore:, nellaquale cofa accen
Holtâ flcorâto per conofcere piu certamente la uolonta n a effo Re Balac,che Bilham fuffi conftrettoa fare cofi da
di Iddio lafciole prime ceremonie,partcndo, 8c ritornan Iddio,coflrigendoIo prima a'non maledire, 8c poi a be
do facrificando,8c le altre cofe,8c comincio, fenza dimo nedire .Et fcufafi Bilham,dicendo hauere anchora auanti
ra 'i parlare qaelie cofe che infpiraua il Signore. Et quel c n e uenifiî detto a v
nuntii del Re, che effo non poteua di
lo che dice,che cafca.fi dice perche forfe fecondo l'ufanza r e pfa di quello,che uoleu3 Iddio,8c che fe bene gli hauef
de Vati de gentili era rapito in effafi, ilche accadde quai* fc donato il regno non poteua dire altrimenti, che la fua
che uolta anchora a" fantyquali cadeuano alla terra,era* uu]onta,8c che non haueua potefta di fare bene,o v
di fare
no alienati dal fenfo,8c prediceuano le cofe future, 8c per
s
a cffo popolo, cT dire fuori di quello che era la uo*
quefto fi dice cadente,8c che habbia fcoperri gli occhi. l 3 n t a del Signore, dipoi côfigiandolo dice,ma tu fia quie
Come torrenti fono diftefi, come orti preffo al to,8c non temerai per quefto tempo,perche"quello ch'io
finme come fandoli che piantd il Sisnore,come bo predettohauere auehire, non uerra nel tuo têpo, ma
j - ' flv^iw» c-HH^al'armiarÎPlafpr^ riegli uitimi di.cioe" 1
cednpreiïo a 1 acqua .Snlleral acquadelaiec.
nel tempo di Dauid,o'del uero Mef
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