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te k cofe fincere U fedeli.
COMMENTO DI ANTONIO BRVCIOU
Et non giurerete nel nome mio con falfita, & no
uiolerai il nome dello Iddio tuo, io il Signore.
Non calumnierai il proffimo tuo, ôc non rapirai,
non albergare Topera del mercennario appreffo
dite infino allamattina. Non malad rai il/ordo,
ÔC auanti alcieco non porrai l'offendiculo, ma
temerai dallo Iddio tuo,io il Signore.
Il giuramento pe* il nome di Iddio in teftimonio délia ue
rita, 8c culto di Iddio, neila profeflione délia uniuer aie
proûidêtia « certo lecito.ma duplicaû il flagitio,fe ui fi me
fcola la falfita,rnoftrandofi che non fi creda ne tema la gm
dobbiatnofemprefauorire da ahirm il proffi.-u 0 „ .
8c sforzarci dibeneficarlo,accio che da eflb fiamo 3 }
8c perconfequente,che noi non dobbiamo commett^'
amaramente alcuna cofa contro a queilo.Dipoi qa a
foggiugne. Correggendo correggerai il pr 0ffi mo ta
Dimoftrachenjndimeno non fi debbe in modo rem
o reuerire,che non fi habbia ardire di corregge rç 3,
3c 3
munire,pércheqnellochepuoimpedire lerniqu]^ g"}'
lafcio icorrere, per non n: auuertir e ii proffimo ef D .
menterail giudicio di Iddio. Et cofi inlëgna la legge?'
tutto la manfuetudine,accio che l'huomo non Uogij a
chora che pofla,uendicare la riceuuta ingiuria, ma ché f
di di uincere il maie col bene,con certa nobil : fortitud,
di animo.Et fe l'odio follecito il cuore tuo p er i damp
ftitia di Iddio,ondefi inganna,8c fcandalezza ilproifimo, j,iglurie,cerca di riconciliarti prefttifim.im.enre.Et non'°|
apparendo anchora che fi ui oliil nome di Iddio .ufunJa trimenti che tefteffo ama il proftimo tuo.Et quando d
lo per côfermare le noftre feeleratezze, 8c per quefto fog c e < io il Signore,:'come dica.fate queite cofe , che où'
giugne.IoilSign3re,quafidica, neffuno altro e Signore
fuori che io,che ti pofla gafiigare delle tue iniquita. Et
hocomandatepermioamore,ilquale fono Signore urT
ftro,o perche io iOiio Signore uolt;o, 8c poffoui coman
euita che non fi debba opprimere con calumnia,o uioleri dare quefto.
tia il proffimo, 8c maffimamente pouero, 8c inualido , il . . . c .
quale fi fa che non fi puo uendicare. Per che quefti fono Cujtod'tete gli ftatun mignon tarai congiugnc*
tiferuatial Signore a effere uendicati, come fono pupilli, reil giumentotuoconakro di diuerfa fpeci ^5
uedoue,ferui,ancille,8c gli oppreffi per i tiranni. • Qm fi feminerai il campo tuo di diuerfa fpecie di fem' &
prohibifce ogni ingiuria,8c fra le atroci ingiurieë la frau* la utfte di diuerfa fpecie di iana,ôc lmo,nonafcen
datione de mercenarii,per i quAi fi intende ogni crudelta
dera fopra te.
di potenti,8c ingiuria di ricchi contro a poueri.Et coman
Et e quefta inculcatione alla obedientia ,c ime dica, "quefli
daci che tofto fi renda queilo,che é del pouero , 3c diafe*
fono gli itatuti miei, 8c quefti uogho che diligentemente
gli queilo di che ha bifogno,per ilquale dette l'opéra fua.
fieno cuftoditi,moflrando lniieme con quefto noneftrç
Et dice non maladirai il fordo. Cioe non uerferai la ma
tali precettiinuentionidihuomini,ma comandamenti Se
lignita dell'animo tuo,difpregiand3 uno altro di nafco»
inftituti di effo Iddio Signore. Et prohibifce eflb Creato
fo,comefe Iddio non ueggatuttele cofe, 8c non habb a
re, che i giumentificongiunghino infieme di diuerfefpe
cura de ciechi,8c de fordi,8c di tutti quegli, che non fi pof
cii mefcolati da effo humano ingegno fuori dello infhtu
fano uendicare,8c ualere,8c per quefta caufa fieno trattati to ordine délia natura,6 per fpurcitia,o per curiofita. Et
indegnamente,ma temerai lo Iddio riguardatore di tutte poi non era conueniente, che Ihuomo fuffi principio a
lecofe3cgiuftiifimogiudice,ilquale comanda la charita, difordinare, 8c deprauare gli ordini délia natura, fenza
8c non lafeia la ingiuria fenza uendetta.
che per taie miftione fi potrebbono muouere ghbuomj*
Non farete la iniquita in giudicio,non inalzerai la ni al coito delle beftie,ueggendo congiugnerfi infieme k
faccia del pouero, ôc non honorerai la faccia del altre di diuerfefpecii.prohibifce anchora feminare ileam
grande, in giuftitiagiudicherai il proffimo tuo. po di due fpecii di femi,ilche e
Non andraicommettendo feandolo nel popolo
tuOjQÔftarai appreffo al fangue delproffimo tuo,
io il Signore. Non hauere in odio il fratelio tuo
nel cuore tuo,correggendo correggerai il proffi
mo tuo,ôc non portare fopra queilo peccato.
Nonuendicheraite,ôcnonferberai l'odio co figliuoli
del popolo tuo,ma amerai ilproffimo tuo
come te fteffo,io il Signore.
Cioe fia giufto nel gi'udicio,Sc queilo che tu nô uuoi che
tifia detto,d fatto, auno altro non dirai d farai, ne farai
:
precetto appartenente a
cérémonie,perche non e fuori dinatura.chefifeminiilcâ
po di due femi, ma ceremonia introdotta da Iddo. Et
quefto fu perche Iddio uoleua, che del tutto fi leuaffi uia
la idolatria ne iudei,8c il rito de fuperftitiofi magici, & m
gniinlecita ofleruatione,ma alcuni idolatri.mcfcolauano
diuerfi femi nel medefimo campo,per alcune loro
ûm
fupe»
fiitiofe offeruationi, onde accio cheiiudeifiaitcnelLo
da quefti riti 8c modi,uieto quefta feminatiO;ie,3c
fimo è da dire d :ll'euitarfi la miftione deila lana, 8c delli*
no fopra la uefte.
Et Ihuomo quando giacera con la donna in coi*
corrotto pel nfpetto di alcuna peribna.ne per il prefente to di feme, ôc fia ferua congiunta all'huomo, ne
fauorirai in giudicio il riccho, ne il pouero per hauergli fiarecuperata,o*non gh fia ftata data la 1 berta/a*
mifericordia,controallaragione,aceqmta.uolêdolale2 u * ° . >cj. •<
gechelagiuftitiaûtnantenlaincorrotta fênza nTpettc? "b«tuto,nonmorranno,perche nonefatra.i*
nealtropporicco per lapotentia,nealtroppo pouero bera.Et portera la offerta per .1 fallo f uo al Signo
per la compafïïone, feguitandofi queilo che ë giufto 8c re alla porta deipadiglione délia congregatione,
dritto Et cofi prohibifce che o in fatto, 6 in detto non u t î montone pel fallo. Et propitiera per effo M»
fimacchmi per fraudiinfouuerfioneodanno del popo* w j , -,cu -icmno
lo,8c nô fi manifeftino gli occulti uitiide glihuorrSni qua
m d o r c n e l m o n t o n e e r 11 f a I 1
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do fono emendabili.Et cofi non permette,che la fama de
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l peccato di queilo, ilquale pecco, & napr°
l'huomo fia corrotta fe ueracemente fi puo impedire la pitiato à queilo dal peccato fuo quale pecco.
infamia.onde mojto manco fi debbe maculare quella di al Qui fi pone unaltra regola direttiua dello atto délia
cuno.Comandaci anchora queftalegge,che noi non fia* neratione,& ' " di rette appartiene à eflb huomo, cioe qu
mo crudeli,d feroci,nella caufa del fangue, 8c che noi te*
do alcuno fi accofta alla donna inlicitamcnte,8cnondiro
miamo che ci pofla accadere cofe fimili,o piu graui, fenô
no non fi pone di tutti i modi degli inliciti coiti, ma i°
mente di certo cafo fpeciale,tioe
fareno çoperti dal Signore. Auuertifce anchora,che noi
v
quando alcuno g»