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COMMENTO DI AN TONIO BRVCIOLI. uerrafl fegno,8c II miracolo.che ti ha parIato,dicendo,andiamo dietro agli Iddii alieni, i quali nô conofcefti,& feruiamo a quegli.Non obedirai al le parole di quel propheta,oYquello che fogna quelfogno,percheil Signore Iddio uoftro tenta uoi,per fapere feamate il Signor Iddio uoftro cô tutto il cuore uoftro,ôc tutta ranima uoftra. £enta alcuna .uolta il Signore i fuoi fedcli fotto il man* dare de falfipropheti,8c confinti miracoli, accioche ap# paia quanto fermamente confidino in Dio, nondimeno aggiugneil fegno per il quale fi porta concfcere ilfalfo propheta,cioè fe contro à i precetti,8c gloria diuno Id* dio predichi,d infegni, fe gli ftudii fuoitendino alla uene ratione di alcuna creatura,8c di piu Iddji, fe perfuade che fi habbiaà hauere fiduciain molti,3e non.in uno Iddio fo io,anchora che quel taie facesfifegni,8c portenti, nondio rneno e" da leuarlo uia con la fua dottrina,8c qui ii puo di fcernere,fra i falfi,8c ueri miracoli,8
NEL DEVTERONOM di îmitare le genti,nel lutto de mot ti, che ^r!aoflmodo dilacerarfi ,che iifacon,leugne,8c gc dimoflr J qœ UOFTRI,PERCHE ci e ignoto il co a r t C â g 1 C b i f^fipno^fl» P ' °l Z*?' E . FCRIRC 31 fo.perche » P M FO C B I A R O CHCERTENDOIL morto "T'* Sïoftri non ui PELERETE,MA fefirefenfcealla de fra S & NON F» DEBBA pelare ne FGRAFFIA l l a t , 0 P 5' J 10. GAP. XIIII. I Î 7 diftanre da te il luogo quale eleggef a il Signore Iddio tuo,perporre il nome fuo quiui, qiiandoti benedira il Signore Iddio tuo. Volfe Iddio per quefto uitto fegregare il popolo fuo dal le genti,onde auuenne,che fu chiamato commune lo im* mondo,dclquaIe mangiauano tutte le gêti,8cnon i Iudei, 8cmondo quello cheeralecitomâgiareàiudei. Etëque fio uerfo come uno argumento de feguenti precetti, per " ANANTI DEL CAPO , CHE RIIponde AL FITO FRA gli iquali efattamente tratta lo inftituto de cibimondid im* ^Sôeo^. ETLLLOCHE DETTOHA mondi,de quali infino al uerfo uentidue fi répète quello Slfuoli HORA MANIFCFLA D dl I MONDICIA COMUNE ATUT chee I noïolo referendofi AL DIUINO CULTO.E T FIMIK MUNDI* "non per fe FLEFLI,RAA DALLA DIUINA elettione,COMMEMO* «HAUERE CONFEGU:TA,accioche AL TUTTO fi conofchino ante ooffia tutti G'I ALTRI POPOLI, 8c PER QUEFTO non degcneri* s fcrittonelLeuiticocap.xi.8c perchequ ui fu dichia rato,nôpenfiamo che fieno darepctcrfile cofe dctte,e(po nendo fimili immondi animali.Et in tre modi pofe Iddio le décime à quefto popoIo,una laquale per ciafeuno anno di tutti i frutti délia terra doueuano a Leuiti, Paîtra quale ogni terzo anno,oltre aile predettte, di tutti i medefimi frutti délia terra feparauano,come in una commune cefta per diipartirla à leuiti,8c aile uedoue,peregrini,8c popil* li,perche non uoleuano che fufiîno poueri nella terra. Et di quefte due décime parla in quefto capitolo, la terza de cima era impofta à leuiti,accioche defiîno délia loro deci ma,anchora la décima à facerdoti à quali facerdoti dette anchora Iddio j primigeniti in modo che i primigeniti,de gli huomini erano recuperati per Targento.Erano adun* que le ordinarie rendite de facerdoti i primigeniti,8cle pri ffiitie,8c décime prefe da Leuiti, i quali fi aggiugneuano i facrificii,8c doni di tutto il popolo,8c la parte de facrifi* cii fe miniftrauano a facerdoti. Et ridurrai in argento, ôc legherai l'argento ne la manotua,&andraialluogo,ilquaIeeleggerail Si gnore Iddio tuo Et darai la pecunia in tutte quel* le cofe che defidera l'anima tua per buoi,ôc per pe eore,ôc per uino,ôc per ceruofia, ôc per tutte que! le cofe che defidero date l'anima tua,ôcmangieraî quiui auanti al Signore Iddiotno, & rallegrerrati tu,ôc la cafa tua. Et il Ieuita che è fra le porte tuet non lafcierai,perche non ha parte,ne heredita te co . Nel fine di tre anni,cauerai ogni décima del frutto tuo ï eifo anno,* riporrai fra le porte tue. Et uerrail leuita, perche non haparte ne heredi* ta teco,ÔC il peregrino,* il pupillo, & la uedoua, che fono fra le porte tue,* mangieranno,* fatol lerannofi, accio che ti benedica il Signore Iddio tuo in ogni opéra délia tua mano che farai. Lnecoftumi DEGLI altri. . N Nonraangierai alcunaabominatione.Quefto e lo animale che uoi mangiereîe,bue,agnello di pe core, ÔC capretto di capre.Cermo,* capriuolo,* bufolo *unicorno,rinoceronte * buefaluatico ôicamoza.Et ogni giuméto che diuide l'ugna, ÔC fende la fenditnradi dueugne,*fauenirefu la ru minaiione,q'ieui fra giumenti migierete. Ma que ftinon mangierete,di quegli chefannoafcendere la ruminatione,ÔC di quegli che diuidono l'ugna feffajil camelo,5C Ialepre,* ilconiglio. pchefan' no alcenderela ruminatione,*non diuidono Tu pna,fonoimmondi à uoi.Etil pcrco che DIUIDE P ugna *nonrumina,èimmondoàuoi, delà car ne di quegli non mangierete,* il cadanere di que gli non toccherete.Quelîo mâgierete, di tuttele cofe che fono ne l'acqua, tutto quello che ha pen ne,ôcfcagliemangierete.Ettutto quello che non ha penne ne fcaglie,non mangierete,èimmondo à uoi.Ogni uccello mondo mangierete. Et quefti fono dequali non mangierete,l'âcquiia,il grifone, Hfalcone.Etlofmerlo,l'auoltoio,*il nibbio fecô do il génère fuo.Et ogni coruo fecondo il génère fuo.Eî lo ftruzzOjôcla merîa,Ôcilgufo, ôc lo fpar uiere fecondo il génère fuo.Eaciuetta,* il barba gianm',* lo alloccho,ÔC il cuculio.ôc la putta,ÔCÎa grua.Et la cicogna,ôc lo ftornello fecondo il ge* nere FUO,3c il picchio,ôC il pipiftrello. Et cgni fer* pibileuolatileui fiaimmondo , non fi mangiera. Ogni uccello mondo mangierete.Neffuno morti cino mâgierete, al peregrino che è fra le porte tue darai quello,ôc mangiera quello, o tu lo uendi al foreftiere,perchefei popolo fanto al Signore Id* dio tuo, non cocerai il capretto nel la latte de la madréfua.Decimerai la décima d'ogni frutto del feme tuo che efce del campo ,annoper anno. Et mangierai auanri al Signore Iddio tuo, nel luogo « egli eleggera,per fare habitare il nome fuo qui oi, a décima del frumetito tuo, del mofto tuo ôc de 1 olio tuo,* i primi geniti de tuoi buoi,ÔC de le pccore tue,acciocheimpari àtemereil Signore Ici dio tuo per tutti igiorni.Etfe fialunga datelauia m moao che non poffaportare quella, perche e Era da compenfare la d/'ftautï'a de luoghi col prezzo che fi doueua fpendere per le beftie,che fi douieno offerire al Signore,fecommodamente non fi poteua côdurre quel la taie beftia al luogo del tabernacnlo,8c nel luogo del AIT uino culto, con la medefima pecunia fi comperaua tutto qllo,che fi uoleua offerire al Signore,mangiando cô gau dio-quello che offeriua,la fua famiglia,8c il leuita, ilquale di nuouo comanda,che non fia difprezzato,maeffer trat tato honeflamente,8c prouedutogli de le cofe neceffarie. Et cofi in tanto benedetta terra comanda afedeli cultori di Iddio,che riponghino tutte le décime in communi mu r.itioni per lacitta,per i Leujo',peregrini,popilli,8c uedo jie.accioche fi foftentino di que beni, nel tempo délia ne# ceffita oltre alie decime,lequali dauano a v Leuiti ogni an* no de frutti délia terra. v CAP. XV- [El termine de fette anni farai la remiflîone. N Et quefta èla cofa délia remiflîone. che di>
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