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«L’avevo notato» commentò Shinyun asciutta.

Scese un breve silenzio imbarazzato, rotto da Shinyun che

disegnava nell’aria un’immagine fluttuante in miniatura della piovra

contro cui avevano combattuto la notte prima.

«Prenderò un altro espresso» disse Magnus, alzando la tazzina

vuota in direzione del cameriere.

«Questa regina madre Raum, ad esempio. Non ha ossa e può far

ricrescere la propria carne. Si può mutilarla o trapassarla quanto si

vuole, ma rigenererà gli organi e gli arti troppo rapidamente perché

sia possibile ucciderla in questo modo. Bisogna invece lacerarla

dall’interno. Ecco perché ho usato un incantesimo sonico.»

«Le avevi già combattute?» chiese Alec.

«Ne ho affrontata una sull’Himalaya un centinaio di anni fa,

quando terrorizzava un villaggio locale.»

La discussione si spostò sulla caccia ai demoni, un argomento

noiosissimo per Magnus, ma profondamente eccitante per Alec. Così

si mise comodo, sorseggiò l’espresso e rimase a osservare mentre i

minuti passavano, finché vi fu una pausa nella conversazione. A quel

punto si schiarì la gola e disse: «Se abbiamo finito di fare colazione,

potremmo andare a dare un’occhiata alla sede della Mano Scarlatta di

cui abbiamo tanto sentito parlare».

Shinyun ebbe il buon gusto di apparire un filo imbarazzata mentre

lasciavano il ristorante per recarsi nell’atrio dell’albergo. Magnus si

fece chiamare un taxi d’acqua. Quando arrivò a prenderli, Shinyun e

Alec erano di nuovo intenti a scambiarsi consigli su come ammazzare

i demoni.

Il segreto di Venezia è che le sue strade sono un labirinto

impenetrabile, ma i canali hanno un loro strano senso. Anziché

percorrere le vie di una città prive di targhe con i nomi delle strade, il

loro taxi d’acqua fu in grado di lasciarli in vista del palazzo dove

erano diretti.

I muri dorati dell’edificio erano arricchiti di colonne e archi in

marmo bianco, ornati di stucco scarlatto. Le finestre di quello che in

qualunque altra parte del mondo si chiama piano terra, e a Venezia

“piano di marea”, erano insolitamente grandi, una concessione alla

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