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«Giusto» disse Alec. «Vedo che avete la situazione sotto controllo.

Io tornerò di sopra, alla festa.»

Helen lo precedette, come per controllare che non ci fosse nessun

altro in cima alla scala. Ad Alec non sfuggì che stringeva ancora in

mano la spada angelica, né che gli aveva appena bloccato la via di

fuga. Si girò verso di lui e disse: «Penso che dovresti venire con noi a

Roma per rispondere a qualche domanda».

Alec mantenne l’espressione impassibile, ma sentì un brivido

percorrergli la schiena. Se si fosse arrivati a tanto, il Conclave avrebbe

potuto mettergli in mano la Spada Mortale e sarebbe stato costretto a

dire la verità. Avrebbe dovuto dire che Magnus pensava di aver

fondato il culto.

«Credo che stiamo perdendo il senso delle proporzioni» disse.

«Sono d’accordo» interloquì inaspettatamente lo Shadowhunter,

attirando l’attenzione di Alec per la prima volta. Era basso e di

bell’aspetto, con una vistosa chioma di capelli rosso scuro e l’accento

francese. «Mi scusi, monsieur Lightwood, è stato a Parigi di recente?»

«Sì, appena prima di venire a Venezia.»

«E per caso si trovava su un pallone aerostatico?»

Fu tentato di negare, ma si rese conto che l’avevano scoperto. «Sì.»

«Lo sapevo!» Lo Shadowhunter si precipitò verso di lui e gli prese

la mano, scuotendola con entusiasmo. «Voglio ringraziarla, monsieur

Lightwood. Posso chiamarti Alec? Io sono Leon Verlac, dell’Istituto di

Parigi. La ravissante Helen e io eravamo gli Shadowhunters che hai

aiutato sul tetto. Non possiamo ringraziarti abbastanza.»

L’espressione di Helen lasciava intendere che lei poteva

ringraziarlo abbastanza senza problemi. O magari non ringraziarlo

affatto. Alec ritirò la mano dalla stretta con qualche difficoltà. Leon

pareva intenzionato a continuare a stringergliela.

«Allora eri anche tu a Parigi?» chiese Helen con noncuranza. «Che

coincidenza incredibile.»

«Visitare Parigi in vacanza è una coincidenza?» ribatté Alec.

«Sarebbe un crimine non visitare Parigi!» concordò Leon. «Avresti

dovuto fare un salto all’Istituto mentre eri lì, Alec. Ti avrei mostrato

Parigi, come ho fatto con la nostra affascinante Helen, che seguirei

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