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Fu Magnus a esitare. «Posso chiederti una cosa? Tu hai amato uno

Shadowhunter.»

«Pensi che abbia smesso?»

«Quando amavi uno Shadowhunter, hai mai avuto paura?»

«Avevo sempre paura» disse Tessa. «È normale aver paura di

perdere la cosa più preziosa al mondo. Ma non avere troppa paura,

Magnus. So che stregoni e Shadowhunters sono molto diversi, e che

esiste un divario tra i vostri mondi che può essere difficile da colmare.

Ma come mi disse una volta una persona, all’uomo giusto non

importerà. Potete costruire un ponte sopra il divario e incontrarvi.

Potete costruire qualcosa di molto più grande di quanto ciascuno di

voi due avrebbe mai potuto costruire da solo.»

Dopo che ebbe parlato scese il silenzio, mentre ripensavano alle

epoche che avevano già visto passare, e a quelle future. Il sole era

ancora alto fuori dalla finestra della camera d’albergo di Magnus a

Roma, ma non sarebbe durato a lungo.

Magnus disse riluttante: «Ma perdiamo l’amore, alla fine. Io e te lo

sappiamo».

«No» disse Tessa. «L’amore ti cambia. L’amore cambia il mondo.

Quell’amore non puoi perderlo, indipendentemente da quanto a

lungo vivi, credo. Fidati dell’amore. Fidati di lui.»

Magnus avrebbe voluto farlo, ma non poteva dimenticare quando

Asmodeo gli aveva detto che lui era una maledizione per il mondo.

Ricordò di aver implorato Shinyun con lo sguardo di non rivelare ad

Alec chi era suo padre. Non voleva mentire a Tessa. Non sapeva come

promettere che avrebbe fatto ciò che gli aveva consigliato.

«E se dicendogli la verità lo perdessi?»

«E se lo perdessi tacendola?»

Magnus scosse la testa. «Abbi cura di te, Tessa» le disse, anziché

assicurarle che avrebbe seguito il suo consiglio.

Tessa non insistette. «Anche tu, amico mio. Auguro a voi due tutto

il meglio.»

L’illusione di Tessa svanì, la massa serica dei capelli castani che si

dissolveva nell’aria come una nuvola. Dopo un attimo, Magnus si alzò

e andò a cambiarsi per raggiungere Alec all’Istituto di Roma e

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