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mentre il demone balzava, squarciandolo dall’ombelico al collo.

«Per l’Angelo!» urlò Aline. «Straordinario!»

Helen fece un sorriso raggiante, ma durò poco. Aveva appena

ucciso il demone che un altro Shinigami atterrò davanti a lei e mirò

alla faccia con un’ala munita di artigli. Questa volta toccò ad Aline

intervenire: tagliò l’ala alla giuntura, staccandogliela di netto. Helen

completò l’opera con un fendente orizzontale che decapitò il mostro.

Alec volse la propria attenzione a un altro Shinigami in picchiata e

riuscì a evitare di essere aperto in due da un’ala tagliente. Ne seguì la

traiettoria mentre passava e lo colpì alla schiena. Il demone si schiantò

alla base dell’anfiteatro.

«Alec!» urlò Aline. «Il palco!»

Alec si girò di scatto proprio nel momento in cui una gigantesca

colonna di luce scendeva dal vortice e colpiva un brillante pentacolo

di fiori che circondava il palco. L’intero anfiteatro venne illuminato a

giorno.

Magnus era una silhouette, immersa in una luce abbagliante. Alec

riuscì a distinguergli solo gli occhi. Erano fissi su di lui. Mosse la

bocca, come se volesse dire qualcosa.

Poi Magnus e Shinyun scomparvero. Il bagliore accecante della luce

riempì il pentacolo di fiori di luna, cancellando tutto quello che c’era

al suo interno.

Alec sentì un tuffo al cuore. Partì di corsa verso il palco, solo per

essere bloccato da un seguace del culto che gli si parò davanti. Lo tolse

di mezzo con uno spintone e si ritrovò a fissare la faccia esterrefatta

dell’uomo successivo. Parlò a bassa voce, ma sufficientemente chiara

perché lo udissero tutti.

«Se ci tieni alla vita» disse «scappa.»

L’uomo più vicino si dileguò, liberando ad Alec la strada verso il

pentacolo. Con la testa che gli ronzava per il panico, si slanciò in

quella direzione… e sbatté contro una barriera invisibile solida come

un muro di granito.

Davanti ai seguaci che stavano vicino al pentacolo c’era un uomo

pelle e ossa con la barbetta. Alec non lo aveva mai visto.

«Dov’è Magnus?» chiese Alec.

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