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Maschere

«Non lo dico a cuor leggero» dichiarò Magnus. «Ma… ta-da!»

Magnus li aveva portati alle Mercerie per quello che aveva

promesso sarebbe stato uno shopping spettacolare. Alec era già stato a

fare acquisti con Magnus, perciò sapeva cosa aspettarsi. Attese in ogni

negozio con in mano cinque o sei sacchetti, mentre lo stregone si

provava praticamente tutto, dagli abiti tradizionali alla traja de luces da

matador a una cosa che somigliava in modo sospetto a un costume da

mariachi. Non c’erano uno stile o un colore che non fossero adatti ai

suoi capelli scuri e agli occhi da gatto verde-oro, per cui Alec non

sapeva bene cosa Magnus stesse cercando. Qualunque combinazione

scegliesse, era sicuro che gli sarebbe stata bene.

La mise che indossava in quel momento non faceva eccezione.

Pantaloni neri di pelle che gli abbracciavano le lunghe gambe snelle e

muscolose come se fossero state intinte nell’inchiostro. La cintura era

un serpente di metallo con anelli di squame, la fibbia una testa di

cobra con occhi di zaffiro. La camicia con il collo a scialle era una

cascata di blu scurissimo e lustrini color indaco che rivelava non solo

le clavicole, ma un’ampia porzione di pelle.

Magnus girò su se stesso, poi si guardò nello specchio con aria

critica, dando la schiena ad Alec che a quella vista sentì la bocca

improvvisamente secca.

Disse: «Penso che tu stia… bene».

«Qualcosa non va?»

«Be’» rispose Alec. «Quei pantaloni ti ostacolerebbero in una

battaglia, ma non avrai bisogno di combattere. Posso farlo io per te, se

si presenta l’eventualità.»

Magnus parve colto di sorpresa e Alec si chiese se non avesse detto

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