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Shadowhunters e si slanciarono verso il pallone. Due furono abbattuti

dalle frecce prima di poter arrivare alla piattaforma, ma Alec era in

ritardo sul terzo. Il demone, con le fauci spalancate a rivelare una fila

di affilati denti neri, lo attaccò.

Ma Alec aveva già lasciato cadere l’arco e impugnava una spada

angelica. «Puriel» disse e l’arma si illuminò del potere angelico. Le

rune tracciate sul corpo scintillarono mentre lui affondava la lama nel

demone, staccandogli la testa dal corpo. La creatura si disintegrò in

cenere nera.

Un altro gruppo di demoni raggiunsero la piattaforma e andarono

incontro alla stessa sorte. Era questo che facevano gli Shadowhunters,

ciò per cui Alec era nato. Il suo corpo aggraziato e veloce era un’arma,

uno strumento perfezionato per uccidere i demoni e proteggere coloro

che amava. Alec era bravissimo in entrambe le cose.

Le abilità di Magnus riguardavano più la magia e il gusto per

l’eleganza. Intrappolò un demone in una rete di elettricità e ne tenne

un altro a distanza con una barriera invisibile fatta di vento. Alec

uccise il demone che Magnus teneva a bada, poi colpì quello bloccato

più in basso. A quel punto la donna con i capelli chiari e il suo

compagno non avevano più niente da fare. Erano in piedi in mezzo a

un vortice di cenere fumante e distruzione, e sembravano un po’

spersi.

«Prego!» disse Magnus rivolgendo loro un cenno. «È gratis!»

«Magnus» disse Alec. «Magnus!»

Prima ancora dello scossone della piattaforma sotto i piedi, fu il

tono allarmato della voce di Alec a far sì che Magnus si accorgesse che

il vento gli era sfuggito di mano. Fece un ultimo e inutile gesto

frenetico mentre Alec si precipitava verso di lui, proteggendolo con il

proprio corpo.

«Preparati a…» gli urlò nell’orecchio, mentre il pallone scendeva

sbandando verso il suolo, più precisamente verso il tendone

all’ingresso di un teatro con la parola CARMEN scritta in brillanti

lampadine gialle.

Magnus faceva sempre del suo meglio per essere spettacolare.

E quello schianto lo fu.

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