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la-mano-scarlatta

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«sto aspettando da così tanto tempo. Se non lo facciamo adesso, mi

butto dalla finestra.»

Magnus si mise a ridere. Era strano ridere e provare desiderio al

tempo stesso; non era sicuro di essersi mai sentito così se non con

Alec. Allungò una mano e lo attirò a sé.

Alec ansimò forte quando i loro corpi entrarono in contatto e di lì a

poco nessuno dei due stava più ridendo. Ad Alec si accelerò il respiro

quando Magnus gli tolse la maglietta. Le sue mani erano avide,

curiose. Trovò il colletto della camicia di Magnus e tirò, aprendola e

facendogliela scivolare giù dalle spalle. Passò le mani sulle sue braccia

nude. Lo baciò sulla gola, sul petto, sullo stomaco piatto privo di

ombelico. Magnus infilò le dita tra i capelli arruffati di Alec e si chiese

se qualcuno fosse mai stato tanto fortunato.

«Sdraiati» sussurrò alla fine. «Sdraiati, Alexander.»

Alec si stese sul letto, il corpo splendido nudo dalla cintola in su.

Con gli occhi fissi su Magnus, allungò le mani all’indietro afferrando

la testiera e tendendo i muscoli delle braccia. La luce del sole che

entrava dalla finestra cadde su Alec, immergendo il suo corpo in una

debole luminescenza. Magnus sospirò e desiderò che la magia potesse

fermare il tempo, permettendogli di vivere quel momento per sempre.

«Oh, amore mio» mormorò Magnus. «Sono così contento di essere a

casa.»

Alec sorrise e Magnus si chinò su di lui. I loro corpi si unirono e

aderirono l’uno all’altro, petto contro petto, fianchi contro fianchi.

Alec trattenne il respiro quando la lingua di Magnus gli esplorò la

bocca e le sue mani gli tolsero il resto dei vestiti. Adesso erano pelle

contro pelle, i respiri mescolati, i cuori che battevano all’unisono.

Magnus passò gli anelli sulla gola di Alec, poi risalì verso la bocca;

Alec gli leccò e succhiò le dita, le pietre degli anelli, e Magnus

rabbrividì di desiderio quando gli morse piano il palmo della mano.

Tutto ciò che baciavano e accarezzavano era come il realizzarsi di

un’alchimia, la trasmutazione in oro dell’ordinario. Si mossero

insieme, prima lentamente e poi con urgenza.

Quando infine rimasero immobili e gli ansiti si furono trasformati

in sussurri, giacquero abbracciati nella luce morente del giorno, Alec

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