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Era un sorriso così dolce, sorpreso, come se fosse così stupito – e così

felice – di vedere Alec da essersi dimenticato tutto il resto.

Alec sentì quasi che avrebbe potuto ricambiare il sorriso.

A quel punto Helen urlò: «Demoni Shinigami!».

La Mano Scarlatta faceva sul serio. Di tutti i demoni volanti, gli

Shinigami erano tra i peggiori. Con una letale mascella da squalo e

ampie ali nere frastagliate, gli Shinigami si divertivano a strappare la

faccia delle persone e a sbriciolargli le ossa.

Un’ombra cadde su Alec. Alzò lo sguardo verso una mascella

ghignante, irta di denti, e scoccò una freccia.

Il primo Shinigami evitò per un pelo il dardo e si gettò in picchiata

sugli Shadowhunters, tallonato da diversi altri. Una seconda freccia

abbatté il demone più vicino, spedendolo sui posti a sedere.

Dopodiché il resto degli Shinigami si gettò su di loro.

Il più vicino atterrò sui gradini con un tonfo sordo. Aline scattò e lo

colpì con le lame angeliche, aprendogli profonde ferite al petto. Il

demone ruggì e sbatté le ali, mandandola a gambe all’aria.

Si levò sulle zampe posteriori, torreggiando sopra di lei. Le ali

oscurarono la luce delle stelle, delineando un buco nero frastagliato

nel cielo notturno. Un altro Shinigami atterrò tra i seguaci del culto,

costringendoli a disperdersi freneticamente in cerca di riparo.

«Eremiel!» Il grido di Helen sovrastò il fragore mentre danzava tra

le grosse figure, con i lampi bianchi della spada angelica che

illuminavano la notte.

Alec balzò di lato ed evitò per un pelo che un demone gli piantasse

un artiglio nella spalla. Scivolò sulla schiena e gli trapassò l’ala con

una freccia, facendolo precipitare al suolo. Si guardò intorno. «Aline,

attenta!»

Aline era di nuovo in piedi e guizzava tra due demoni, impegnata a

infilzarli con i pugnali. Un altro Shinigami stava scendendo in

picchiata verso di lei.

Helen la placcò all’ultimissimo momento. Il demone le mancò e le

oltrepassò, poi si girò per caricare di nuovo. Scoprì le zanne, ognuna

lunga come una mano umana. Helen si mise in piedi, stringendosi la

spalla ferita. Si lasciò cadere in ginocchio e levò la spada in verticale

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