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l’oro si accumuli, e ricordate sempre le sacre regole.

«La vita è un palcoscenico, perciò uscite con stile.

«Unicamente il fedele capace di preparare un drink veramente

fantastico sarà il prediletto.

«Non offendete il Grande Veleno con azioni crudeli o scarsa

eleganza.

«Cercate i figli dei demoni. Amateli come amate il vostro signore.

Non lasciate che i bambini siano soli.

«In tempi difficili, ricordate: tutte le strade portano a Roma.»

Alec guardò Magnus, che non riuscì a decifrare del tutto il suo

sorrisino. «Penso che queste cose le abbia scritte tu.»

Magnus fece una smorfia. Sembrava proprio lui. La parte peggiore

di sé, frivola e irriguardosa, sprezzante e superiore. Non ricordava di

averle scritte. Ma quasi certamente lo aveva fatto. Quasi certamente

era lui il Grande Veleno. Quasi certamente era lui il responsabile della

Mano Scarlatta.

«Che scemenze» osservò Shinyun disgustata.

«Magnus, non sei sollevato che sia uno scherzo?» gli chiese Alec, e

Magnus si rese conto che il suo era un sorriso di sollievo. «Perché

qualcuno dovrebbe aver pensato che fosse necessario portarti via i

ricordi di questa cosa? Non è niente di serio.»

Ebbe la tentazione di sbottare contro Alec, anche se era arrabbiato

con se stesso, non con lui. Non capisci cosa significa? La Mano Scarlatta

potrebbe anche essere iniziata per scherzo, ma adesso è una faccenda

tremendamente seria. Era morta della gente a causa dello scherzo di

Magnus.

Magnus non era responsabile solo dell’esistenza del culto. Shinyun

era accucciata sulla pietra davanti a lui, la sua vita distrutta una prova

vivente di ciò che aveva fatto. Magnus aveva detto ai suoi seguaci di

cercare i figli dei demoni. Aveva ordinato che nel culto fossero

reclutati gli stregoni bambini. Qualunque malvagità il culto avesse

commesso, qualunque cosa Shinyun avesse sofferto, era opera di

Magnus.

Non ci sarebbe voluto molto perché anche Alec lo capisse. Magnus

si schiarì la gola e si sforzò di usare un tono leggero come l’aria.

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