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la-mano-scarlatta

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Magnus avrebbe potuto deludere Alec. Probabilmente lo avrebbe

fatto.

Se i sentimenti di Alec non fossero durati, voleva che almeno quel

viaggio fosse un bel ricordo. Sperava che fosse la base per qualcosa di

più, ma se si fosse rivelato solo un’avventura fugace, Magnus avrebbe

fatto in modo che lasciasse il segno.

Il bagliore cristallino della Tour Eiffel si allontanò. Non ci si

aspettava che durasse neanche lei. Eppure eccola lì, il simbolo della

città.

Arrivò un’improvvisa raffica di vento; la piattaforma si inclinò e la

mongolfiera precipitò di una quindicina di metri, roteando su se

stessa diverse volte prima che Magnus facesse un gesto enfatico per

raddrizzarla.

Alec gli lanciò un’occhiata perplessa, aggrappandosi ai braccioli

della sedia. «Com’è che controlli quest’affare?»

«E chi lo sa!» rispose Magnus allegramente. «Uso la magia e basta!»

Il pallone aerostatico sorvolò l’Arc de Triomphe sfiorandolo di

pochi centimetri e virò bruscamente in direzione del Louvre,

abbassandosi sui tetti degli edifici.

Magnus non era tranquillo come voleva sembrare. C’era un

ventaccio della malora. Tenere il pallone dritto e stabile, farlo muovere

nella direzione giusta e mantenerlo invisibile gli costava più fatica di

quanto non fosse disposto ad ammettere. E doveva ancora servire la

cena. E gli toccava continuare a riaccendere le candele.

Le storie d’amore richiedevano un mucchio di lavoro.

Sotto di loro foglie scure ricoprivano i muri di mattoni lungo la

sponda del fiume e i lampioni mandavano bagliori rosa, arancio e blu

in mezzo agli edifici intonacati di bianco e alle stradine acciottolate.

Dall’altro lato della mongolfiera c’era il Giardino delle Tuileries, con il

laghetto di forma circolare che li fissava come un occhio, e la piramide

di vetro del Louvre, attraversata da un fascio di luce rossa. A Magnus

venne in mente d’un tratto quando la Comune di Parigi aveva

incendiato le Tuileries, la cenere che si innalzava nell’aria e il sangue

sulla ghigliottina. Quella città portava i segni di una lunga storia e di

antiche sofferenze; Magnus sperava che lo sguardo innocente di Alec

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