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la-mano-scarlatta

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Asmodeo si strinse nelle spalle. «E così sia. Ricorda, quando

morirai, che ho provato a darti questa opportunità. Volevo te, ma sono

più che felice di adottare.»

Asmodeo mosse pigramente una mano e Shinyun cadde per terra

ansimando. Stringeva ancora fra le mani l’elsa della spada. Magnus

non sapeva quanto avesse visto, o compreso.

Finalmente in grado di muoversi, Shinyun si rimise in piedi.

Guardò Asmodeo, poi Magnus e infine la spada.

«Shinyun, figlia mia» disse Asmodeo. «Sei stata scelta. Abbraccia il

tuo glorioso destino.»

Il viso indecifrabile era rivolto verso di lui. Si avvicinò, la sua

devota più fedele.

«Va bene» disse Shinyun, e infilzò la spada nel fianco di Asmodeo.

La sagoma brillante di Asmodeo si sfocò fino a ridursi a un

baluginio nell’aria, poi riprese forma più lontano, un’immagine

splendente sopra di loro.

«Il tradimento mi diverte» disse. «Ti perdono. Capisco la tua

rabbia. Conosco la tua sofferenza. È tutto ciò che sei. So quanto è

sempre stata profonda la tua solitudine. Cogli questa opportunità.

Prendi la vita di Magnus e avrai tutto quello che hai desiderato: un

padre, legioni di demoni ai tuoi ordini, la spada tra le mani e un

mondo da governare.»

Shinyun girò la testa verso Magnus. Incurvò le spalle, poi si riprese

e tese i muscoli con nuova determinazione. Gli si slanciò addosso

brandendo la spada e lo gettò a terra.

Le lacrime di Shinyun erano calde sulla faccia di Magnus. Lo colpì

con la mano libera, ripetutamente. Levò la spada. Poi esitò.

«Non farlo» disse Magnus con voce strozzata, la bocca piena di

sangue.

«Devo farlo!» sbraitò Shinyun. «Ho bisogno di lui. Senza di lui non

sono niente.»

Magnus disse: «Puoi essere più di questo».

Shinyun scosse la testa. Nei suoi occhi non si leggeva altro che

disperazione. Magnus cercò tastoni il coltello che aveva gettato via, ne

sfiorò il manico con le dita, poi fece un respiro profondo e sospirò.

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