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Giovanna si preparava ad affrontare la battaglia, brandendo la spada

sollevata in verticale con entrambe le mani, pronta a colpire. Il viso era

rivolto verso l’alto, come se quello che le stava di fronte fosse molto

più grande di lei. Una posa tipica da Shadowhunter, anche se per quel

che ne sapeva non lo era stata. La determinazione e il coraggio che si

leggevano nella sua espressione mentre affrontava un mostro

invisibile che torreggiava sopra di lei erano nondimeno stimolanti. Per

quanto belli fossero i rosoni e le colonne in stile corinzio che aveva

visto quel giorno, fu l’espressione sul viso di Giovanna a rimanergli

impressa più a lungo.

In ogni chiesa non poteva fare a meno di chiedersi dove fosse

nascosta la riserva segreta di armi dei Nephilim. In quasi tutte le

chiese del mondo una runa Shadowhunter indicava l’ubicazione di un

nascondiglio di armi, disponibili in caso di emergenza. Avrebbe

potuto chiedere a qualunque Shadowhunter dell’Enclave di Parigi,

ovviamente, ma aveva preferito non fare parola del fatto che lui e

Magnus erano in città. A Notre-Dame passò alcuni minuti a esaminare

le pietre del pavimento, in cerca di qualche runa che riconosceva, ma

stava iniziando ad attirare l’attenzione: la gran parte dei visitatori di

Notre-Dame guardava in alto, non per terra. Rinunciò; la chiesa era

enorme e la scorta di armi poteva essere ovunque.

Perlopiù non si fece notare, ma ebbe un momento di panico quando

tra la folla su Pont des Arts scorse due figure con marchi familiari

sulle braccia nude. Fece un brusco dietrofront e si incamminò nella

direzione opposta, svoltando nel primo vicolo che gli capitò a tiro.

Quando ne uscì qualche minuto più tardi, gli Shadowhunters erano

scomparsi.

Per un attimo rimase fermo sul marciapiede affollato, sentendosi

molto solo. Non aveva l’abitudine di evitare gli altri Shadowhunters;

in fin dei conti erano suoi colleghi e alleati. Era una sensazione insolita

e sgradevole. Ma con quella faccenda del culto da risolvere, non

voleva incrociare la loro strada. Non è che non si fidasse di Magnus:

non aveva creduto neanche per un attimo che avesse qualcosa a che

fare con la Mano Scarlatta del presente. Però poteva essersi lasciato

coinvolgere per scherzo un paio di secoli prima, nel corso di una notte

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