Poesie di Ossian, antico poeta celtico

(53) DI LORÀ 95
Dentro il seren delia letizia nostra :
Oppur di nebbia due colonne acquose
Sovra il placido mar ; splendono al Sole ,
Ma r accorto nocchier teme tempesta.
Su su, disse Maronte , alzate in fretta
Le mie candide vele , alzinsi ai venti
Dell" occidente : andiamne, Aldo, per mezzo
L'onda del nord spumosa. Al suo convito
Fingal ci oblia , ma rossej^^giàr nel sangue
I brandi nostri. Or via lasciamo i colli
Dell' ingrato Fingallo , e al re di Sora
Andiamne ad offerir le nostre spade.
Truce è 1' aspetto suo \ guerra s' abbuja
Alla sua lancia intorno : andiamo , amico ,
Nelle guerre di Sora a cercar faiua.
Spade e scudi impugnaro, e di Lamarre
Alla baja n'andar: giunser di Sora
All'orgoglioso re , sir dei destrieri, [f)
Ei tornava da caccia , avea la lancia (2)
Rossa di sangue , torvo il volto e chino ;
E fischiava per via. Festoso accolse
I due forti stranieri. Essi pugnaro
Nelle sue guerre, ebber vittoria e fama.
Alle di Sora maestose mura
Aldo tornò carco d^'onor. Dall' alto
Delle sue torri a risguardarlo stava
La sposa d' Eragon , Lorma dagli occhi
Dolce-tremanti. D' ocean sul vento
Vola la nera chioma ; e sale , e scende
II bianco sen, qual tenerella neve
Nella piaggia colà, quando si desta
Placido venticello, e nella luce
(_/") La Danimarca a cui probabilmente apparteneva
il paeje di Sora, ò celebre per li suoi cavalli.