Poesie di Ossian, antico poeta celtico

(8o) OlTONA 20-^
Di tristezza il Lei volto : il tuo nemico (k)
Forse è qui presso ? il cor m'avvampa e freme
Di scontrario in battaglia , e già la spada
Trema al fianco di Gaulo , e impaziente
Di sciniillaran nella man si strugge.
Ah calma il tuo dolor : rispondi , o cara ;
]Son vedi il pianto mio? Perchè venisti,
Sospirando la giovine rispose j
Perchè venisti tu , signor di Strumo
Sopra r onde cerulee all' infelice
Inconsolabilmente lagrimosa
Figlia di Nua?Ghe non mi strussi innanzi.
Lassa ! che non svanii qual fior di rupe ,
Che non veduto il suo bel capo inalza ,
E non veduto inaridisce , e more ?
Così spenta foss' io ! Venisti , o Gaulo ,
Ad accor dunque 1' ultimo sospiro
Della partenza mia?(i) Sì, Gaulo, io parto
Ps'ella mia gioventù : più non udrassi
D'Oitona il nome, o s^ udirà con doglia-
Lagrime di rossor miste e di duolo
Verserà il vecchio Nua :
tu sarai mesto,
Figlio di Morni , per la spenta fama
D' Oitona tua : nella magion ristretta
Ella s' addornairà , lungi dal suono
Della tua flebil voce. O sir di Strumo,
Di Tromato alle rocce ondisonanti
Perchè venisti mai? Venni, riprese,
A trarli dalle man de' tuoi nemici.
Già suir acciaro mio spunta la morte
Del sir diCutajun di noi due fia spénto.
{k) Gaulo non noni/ha Dunroinath conie amante , ma
come nemico d' Oitona. Questa maniera di cajjsolarla è
ben più delicata di qualunqae diicorso.
{i) Della mia morte»
Ossian T.III. 14
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