Poesie di Ossian, antico poeta celtico

(54) CANTO II. 53.
Spiegar vessillo: ma qualor gagliardo
SoFgea periglio , rispettosi e presti [h)
Correano al Re , né vi corrcano indarno ,
eh' era Io stesso a lui vittoria e pugna.
E ben, disse Crommàglo, assai son chiare
chi Ha che innanzi
ma Le avite gesta :
L' occhio del Re V asta sollevi ? (/) ingombra
Nebbia colà quei quattro poggi oscuri ;
Per mezzo ad essa ogni gueirier colpisca
Lo scudo : forse entro quel bujo i sj/irti
Scender potriano , e destinarci al campo.
Salse ognuno il suo poggio : il suon dei scudi
I cantori notar ; suonò più forte ,
Dumaràno, il tuo cerchio ; or va , sei duce.
Come precipitose e sonanti onde
Vien la schiatta d' Utorno ; è Starno innanzi
Ì!^'l prò' Svaran : sopra i ferrati scudi
Tendono il guardo, come suol talvolta
Crulloda occhi- focoso , allor che il capo
Sporge dagli orli d' offuscata Luna ,
E veste il ciel di sue ferali insegne. ()5)
Appo il ruscel di Turtoro i nemici
Scontrarsi : si sollevano , s' alfrontano
Quai {latti accavallanlisi : i sonanti
Colpi meschiarsi : volano noli' alto
Di schiera in schiera orride morti : i campì
Sembran due nembi grandinosi il seno^
Nelle cui falde avviluppati e attorti
Sbaitonsi i venti : in giù piomba confuse
(/() ^i è cercato di sviluppar ni-^glio il senso drll' originale
: allo- a eal'o/a dd Re di conquUtir nel cumpo.
(i") Ci-omniaglas mostra di noa credere che il presente
pericolo fosse bastpvolmente degno di Fiugal , e che perei»
4\e^se lungo In prima istituzione di Tremmor.
ih) L'orig uale : e sparge i suoi segni sopra la notiti