Poesie di Ossian, antico poeta celtico

i6 I\ MORTE (244)
Fé balenar Fing.il la S{)iida ; e i lembi
Percosse delle grigie aeree vesti
Che voi libra' i sul suo capo; andate,
Andate , ei vi dicea ; sovr' altre sponde
Seoteie i fior del cardo , o i dì passate
Là colla scliiattu degl' imbelli in gioco.
.Tacite , e afflitte v' involaste : il soffio
Del fuggir vostro rassembrava all'aure,
Che striscia n sulle rive tenebrose ,
Scese dal monte , quando ancor lontana
Presagiscon le gru pioggia o tempesta.
Spariste ; e forse alcuno udivvi a mezzo
Di Gaulo il nome proferir fuggendo. -
Tra mille qui nemici e mille, io solo (e)
Stommi ?e tra l' ombre della pugna , or quivi
Spada non v'ha che colla mia baleni?
Soffia il vento da Morven 5 biancheggiando
A Morven volto si dirige il fluito:
Spiegherà Gaulo le sue vele al vento? Ca)
Ah no, che seco i ]>rodi suoi non stanno.
Fingallo che dirla? Fingal che l'opre
Di Gaulo nelle pugne a' figli suoi
D'ammirar comandava? (cZ) e che nel canto
Dirieno i Bardi , se una nube alzasse
Sue negre falde del lìgliuol di Morni
Sulla limpida fama? E tu fra l'omLre ,
Padre diletto, non arrossiresti
Se fuggisse il tuo Gaulo? Ah sì, co' bianchi
Tuoi crin l'antica venerabil fronte
Nasconderesti , paventando il guardo
Degli eroi che passaroj i tuoi sospiri
(e) Parole di Gaulo.
id) V. Fiiigal e. 4. V. i85