Poesie di Ossian, antico poeta celtico

(g5) CARATURA. 17
Voce slmile a fresca auretta estiva?
No , il mormorar dell' arbuscei non sento
Glie piega al vento ,
Nò più del monte
In su la fonte — io sto.
Di Fingali© alle guerre
Là nelP esiranie terre
Lungi , Vinvela mia , lungi men vo.
I miei fidi can grigi
Non mi seguono più.
Sul colle i miei vestigi.
Cara , non vedrai tu.
Ed io non men, "Vinvela mia vezzosa,
Non rivedrò più te ,
Quando sul rio della pianura erbosa
iVIpvi sì dolce il pie ;
Gaja , come neli' aria
L' arco del
Come la
ciel ridente;
luna candida
Neir onda d' occidente.
VINVELA
Dunque parti, Silrico , ed io qui resto
Su la collina meschineita e sola ?
Le damme già sopra l'alpestre vetta (/)
Pascon senza timor ;
Nò temon fronda^^ o susurrante auretta >
Che lungi è '1 cacciator.
Egli
Chi sa
è nel campo delle tombe amare :
s* egli rivien ?
Stranieri per pietà, figli del mare^
Lasciatemi il mio ben.
(Q Ella lo immargina di già partito.
Otsian T, m, 3