Poesie di Ossian, antico poeta celtico

(aoa) DI GAROSO 7Ò
Buffano spessi ruioli di vou lo
fosca e mezzo
mezzo Tra quercia e quercia :
Rossa la Luna gi^ dietro il suo colle
Chinasi 5 veci gemono neil' aria
Rare, fioche, alte: Oscar tragge la spada.
Omhre de' padri miei , magnauim' ombre
Grida l'Eroe, voi che pugnaste invitti
Contro gli alteri regnator del mondo ,
Venite a me, lo spirto mio pascete
Delle future bellicose imprese.
Ditemi , o ombre : là nei vostri spechi
Qual v' alletta piacer ? fatemi parte
Del vostro favellar, quando dai nembi
Pendete intenti , a rimirar dei figli
Nel campo del valor gì' illustri latti.
Del forte figlio udì la voce, e venne
Tremmor dal colle : grandeggiarne nube,
Pari a 'destriero dì stranier , reggea
L'aeree membra: la sua veste è intesta
Della nebbia di Lano , al popol muto
Portatrice di morte : è la sua spada
Verde meteora già già spenta : ha fosco
Sformato il volto. Ei sospirò tre volte
Appresso il figlio mio, tre volle intorno
I venti della notte allo muggirò.
Molto ei disse ad Oscar , ma rotte e tronche
Giunsero a noi le sue parole, oscure
Come le storie delle scorse etadi
Pria che sorgesse lo splendor del canto, (t)
(t) Vi fu dunque , secondo i Caledonj , un periodo di
tempo nel quale non s' era ancora introdotto I' uso di mettere
in versi le storie nazionali ; e questa era un'epoca
d'oscurità. Quindi lo splendor del canto è un'espressione
non solo nuova e vivace , ma insieme aggiustata e conve-
jiiente , poiché la poesia servì ad illuminar Ja storia , « e.
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