Poesie di Ossian, antico poeta celtico

(244) BERATO 227
Leggiadra abitatrice , a che sul labbro
Qael cocente sospiro? Ossian il brando
Inalzerà nel tuo cospetto , [h) e questo
Forse fia scempio a' tuoi nemici : ah sorgi
Bella figlia di Tortomo ; le voci
Del tuo cordoglio assai compresi ; intorno
Hai la di Selma generosa stirpe
Che mai non fece agP innocenti oltraggio
E fa suo vanto il vendicar gli oppressi, (i)
Vieni alle nostre navi , o più lucente
Di quella Luna che tramonta : il corso
Noi drizziamo a Fintormo, e non invano.
Ella avviossi ; vestela beltade ,
Leggiadrìa l'accompagna ; [k) appoco appoco
Va serenando quell' amabil volto
Una letizia tacita e pensosa.
Così talor nei di di primavera
Le fosche nubi a un placidetto soflio
Lentamente si sgombrano : si volve
Ne' vaghi rai della spumante luce
Il cheto rivo , e di fogliette sparse
Dall' aura del mattin 1' onda verdeggia.
Apparve in cielo il primo albor; giungemmo
Alla baja di Rotma : uscì dal bosco
Feroce belva ; il setoloso fianco
Passai coli' asta , e in rimirarne il sangue
Gioìami il cor, (/) ch'era quel sangue il pegno
spesso appresso il poeta , timinifà , camp issione , cortesìa ,
e simili disposizioni dell' ani-no.
(A) Nel testo questo sentimento è posto interrogativamente
, credo per errore di stampa.
(0 Senza questo secondo sentimento aggiunto dal traduttore
la sentenza non era campita, nò abbastanza adattata
« alla circostanza.
(k) L' originale : ella varine nella sua bellezza , ella vennp
con tutti frli amahiU suoi passi.
(J.) Ossian credeva che 1' ayer egli ucciso la fiera ,