Poesie di Ossian, antico poeta celtico

86 L:V GUERRA- (i^)
Cessero i miei {guerrieri, e lamia figlia
Per lui s' accrso d' amorosa brama.
MsL dalla caccia intanto Argonlo e Piuro
Tornaro , e stille a lór scesertl agli ocelli
Di £;eneroso orgoglio : essi Io sguardo
Mulo girar sopra gli eroi di Runa ,
Che cesso aveano a uno stranier. Tre giorni
Ster festeggiando con Cormhl ; T'c) quarto
Il jnio Argoato pugnò : clii contro Argonte
Giostrar potea ? cesse 1' eroe del Lano.
Ma il cor d' atroce orgoglio e rancor cupo
Gli si gonfiò , gli s'annerò; prefisse
La morte de' miei figli. Eàsi suH' alte
Vette di Runa, delle brune damme
Alla caccia n' andar : volò di furto
La freccia di Cormallo ; i figli miei
Caddero esangui. Alla donzella ci corse
Dell' amor suo, la dalla bruna chioma
Donzella d' Inistona : ambi fuggire
Per lo deserto: orbo io restai. La notte
Venne , sorse il mattin , voce d' Argonte
Non s'ode , e non di Ruro. Alfin comparve
Runar veloce, il fido veltro : ei venne
Smaniosamente ululando , e tuttora
Ei m' accennava , e risguardava al luogo
Ove i figli giacean : noi lo seguimmo,
Trovammo i freddi corpi , e qui sotterra
Li collocammo a questo fonte in riva.
Qui vien mai sempre il desolato Annìro
Quando cessa la caccia ; e qui mi curvo
Sopra di lor , come fiaccata quercia ,
E qui dagli occhi miei perenne rivo
D' amarissime lagrime discende.
Renante, Ogarre, Oscar gridò, chiamate (4}
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