Poesie di Ossian, antico poeta celtico

CALLI N
i^oLiNGO rag;g.io della notte Lruna («} ,
Vientene a nie^ cHe anch' io son desto e gemo^
Odo sbutlarii da' lor colli intorno
I venti niorw),pievoli ; e dei venti
Erran suli' ale con vermiglie vesti
L' ombre de' morti, e n' lign diporto ó gioj-a..
Ma gioja Ossian non sente (/>). O man gcniilY^';
Man dell' arpe di Luta animatrice (e) ,
Par nel canto è letizia ; ah tu risveglia
La voce delia corda, e ad Ossian mesto
L' anima ifuggiiiva in sen riversa (d) .
Jillla è un arido rio , sgorgavi il canto ;
Sgorga il canto , o Malvina , e ne lo avviva
T' ascolto , sì , notturno raggio ; ah segui
Perchè trarresti? a cacciator che fosca (^)
Passò la notte in torbida tempesta,
Qual è garrito di spicciante rivo,
Che di minuti sprizzi al Sol nascente
I giovinetti rai scherzoso irrora ;
Tale all' amico degli eroici spirti
La voce amabilissima di Luta
(tì) Paria a Malvina , che dopo la morie dello sposo Osciir
passava le notti nella tristezza , ed
compacrnia dei vecchio Ossian .
in liue' tempi era la sola
{b) Questo .'eutiniento s' è aggiunto dal traduttore perchè
spicchi meglio la connessioii dello parti .
(e) r.' originale .• bianca mano ci. W arpe di Luiha,
(dì 11 testo è ; rotola la mia arvma a mf,
{e) L'originale sta cosi qual è il cailntte rivo aìV Orecchio
del cacciatore , che scende dal mo colle coperto di tem-
pesta.- il un raggio di Sole rotola V rclvggiante ruscello i
tffli ode , f i e note i suoi rugiadosi capelli ; tale ec.