Poesie di Ossian, antico poeta celtico

28 carmturà: (S98)
Scotolisi i duci suoi; s' alzan, ma gli occhi
Tendono al mar ; veggion Fingàl che viene
Nel suo vigor : parlò Tubarre il prim».
Re di Soru, e chi viea simile al cervo ,
Cui liea dietro il suo gregge? egli è nemico.
Veggo la punta di sua lancia : ah forse
È il re di Morven , tra' mortali il primo,
L' alto Fingàl ; l' imprese sue Gormallo
Rimembra, e sta de' suoi nemici il sangue
Nciie sale di Starno : (a) a chieder vado
Dei Re la pace? {b) egli è folgor del cielo.
Figlio del fiacco braccio , a lui rispose
FrotuUo irato , incominciar dovranno
Dalle tenebre adunque i giorni miei ?
Io cederò pria di veder battaglia?
Ma che direbbe in Sora il popol mio ?
Frotallo usci , come meteora ardente ,
Dirla; nube scontrollo, egli disparve.
No no , Tubar , no , re di Torà ondosa, (e)
Non cederò ; me la mia fama , come
Striscia di luce , fascerà d' intorno .
Usci de' suoi col
Ma rupe riscontrò.
rapido torrente ,
Fingallo immoto
Slettesi ; rotte rotolare addietro
Le schiere sue , ne rotolar sicure.
L' asta del Re gP incalza : il campo è ttitto
Ricoperto d' eroi : frapposto colle
Solo fu schermo alle fuggenti squadre
Vide Frotallo la lor fuga , e rabbia
Sorse noi pettjo suo ; torbido il guardo
(a) Allude alle imprese