Poesie di Ossian, antico poeta celtico

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D'Ossian sulP alma ; V alma mia che a piaggia
Somiglia allor che tenehria ricopre
Tutti i colli d' intorno , e lentamente
L' ombra s' avanza sul campo del Sole.
Malvina mia , veggo mio tìglio , il veggo
Sulla rupe del Crona ; ah non è desso, (i)
Ma nebbia del deserto colorita {b)
Dal raggio occidentale. Amobil nebbia
Che d' Oscar mio prende la forma ! O venti
Che strepitate dall' avernie cime ,
Deh che'l vostro soffiar non la disperda.
Chi vien (e) con dolce mormorio di canto
Inconto al figlio mio? sul haston posa
L' antica destra ; la canuta chioma
Erra disclolta : sulla faccia ha sparsa
Letizia ) e tratto tratto addietro il guardo
Volge a Garoso. Ab Io ravviso : è questo
Ptino del canto {d) che j 1' altier nemico
Ad esplorar n' andò. Che fa Caroso ,
Re delle navi? (e) il figlio mio domanda:
Di' , dell' orgoglio suo spiega le penne , (/)
Cantor di Selma? - Egli le spiega , Oscarre,
Ma dietro a chiostra d' ammontati massi. (^)
presenti e reali le cose passale ed immaginarie. Così altro*
ve : la lice della memoria,
(6) Parrebbe da queste parole , che quando Ossian compose
questo poemetto non fosse cieco. Vedi però più sotto
al verso jli.
(e) Oscar avea spedfto Rino a spiar i movimenti «li
Caros. II poemetto comincia dal suo ritorno.
(d) Questo non è figlio di Fingal , mentovato nel poe»
lua di Fingal , ma im cantore del primo ordine. Egli vien
introdotto a cantare nel poema intitolato i canti di Selma,
(e) Caros è meritamente cosi chiamato per 1«
torje navali.
sue vit