Poesie di Ossian, antico poeta celtico

12? CARTONE (45)
S\ parloro i cantor , quando alle mura
Giunser di Selma : scintillaro intorno
Mille tolte ai stranier candide luci, {f)
Si diffonde il convito , e in leste e canti
Passa la notte. Ov' è , Kini^allo esclama ,
li uobil Clessamorrc? {g) ov' è 'i compagno
Del padre mio ? perchè non viene anch' egli
Il giorno a festeggiar della mia gioja?
Ki sulle rive dei sonante Lora
Vive mesto ed oscura. Eccolo, ei scende
Dalla collina; e nelle vecchie membra
l'erta irosco vigore, e par destriero.
Che finta l'aura de' comj)agui , e scuote
Lucide giube. Oh benedetta l' alma
Di Clcssainorrc ! perchè mai sì tardo
Giungesti in Selma? Ah tu ritorni , ei disse>
In mezzo alla tua fama , o duce invitto.
Tal, mi rimembra, era Gomallo il padre
Nelle battaglie giovenili : insieme
Spesso varcammo de' stranieri a danno
Le sponde del Carron , né i brandi nostri
Tornar digiuni di nemica sangue,
]Sè il Re del mondo ebbe cagion di gio|a-
Bla perchè rammenlar battaglie e fatti
Di giovinezza? i miei capelli omai
Fansi canuti , la mia man si scorda
Di piegar l'arca, e l'infiacchito braccio
Inalza asta più lieve. Oh se tornasse
La mia freschezza , ed il vigor primiero.
Nelle mie membra , carne allor eh' io vidi
il bianco seno di Moina , (/i) e gli occhi
(/) Probabilmente eandefe «H- cerak
C-;) Clessacj-ml.or , forti fatti.
[hi Moira , soave di liniper-Tm-n'o e dt persorra, I nomi