Poesie di Ossian, antico poeta celtico

Mio
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Dissero i nostri
MINVANA
impietositi sguardi:
(7)
L' Eroe già vola in su le nubi , e solo
ì^' udrai sul vento bisbigliar la voce
Fra l'erbetta dei colli. -Oimè ! cadeo
Il figlio di Fingili? barbara Ullina !
Fu di folgore il braccio
Che 1' aiteri'ò , braccio crudele !
Che ha ? chi mi consola ?
ahi lassa !
Rino , tu mi lasciasti , ed io son sola.
Ma sola io qui non vo' restarmi , o venti..
Che con la chioma mi sfeizaie il dorso :
Per poco ancora i miei sospir cocenti
Verrà ano a mescolarsi al vostro corso :
Per poco tia
Rino, se tu
che sgorghi il pianto mio j
par'.isii , a che rest'io?
Ounè , eh' io non ti veggo
Più ritornar da caccia
Con passi di beltà !
Notte il mio Sole adombra ,
Mesto silenzio ed ombra
Presso il mio ben si sta.
Ove sono i tuoi cani? ov'è il tuo arco?
Ove lo
Ov'
scudo che fu già sì forte?
è '1 brando fulmineo, e d' onor carco?
Ove la sanguinosa asta di morte ?
Sparse son Parme appiè del Duce esangue,
E goccian anco dell'amato sangue.
Quando fia che'l mattin venga e ti desti?
Dicendo , ecco 1' albor.
Son pronti gli archi e i cani tuoi son presti ;
o cacciator.
Parti, o mattino dal bel crin di fiamme,
Svegliati ,
Parti , che dorme il Re :
Balzau su la sua tomba e cervi e dararae^