Poesie di Ossian, antico poeta celtico

aao BEHATO ^ (54)
Così presto, sparisti, o raggio amato?
Ma che veggo? che veggo?
Ah m poggi ori- lucente
Come Sole in oriente,
A mirar l'ombre felici
Già dei nembi abitatrici
E guidar festose danze
Là del tuono entro le stanze,
Fuor di cura egra mortai.
Pende nube- alto sul Cona (/)
Che pel ciel passeggia e tuona 5 (w)
Di tempeste lia grave il grembo j
Ha di lampi acceso il lembo j
Dell' incarco alteri e lenti
Sotto lei rotano i venti
Di grandmale armati il tergo :
Questo , sì , questo è P albergo
Dell' altissimo Fingàl.
In maestosa oscuritade ei siede ;
Su i nembi ha '1 piede :
Il capo sovrasta
,
Palleggia 1' asta ,
Il nero-brocchiero
Mezzo si tuffa entro i nebbiosi gorghi;
Luna par , che giù nell'onde
Di sua faccia ancor nasconde
L' una metà ; con 1' altra
D' un fioco raggio pinge
L'azzurra fascia di che il ciel si cìnge.
(Z) Ta traduzione diede a questa nuvola un aspptto di
maestà più tenibile , onde fosse più degno albergo