Poesie di Ossian, antico poeta celtico

T2 LA MOBTIE (ii5)
Sovra le penne rui:3ig^ianii i lampi
Fendean le nubi , e percorreano il cielo.
Di Selma inianto nel palagio a mensa
Sedeano i nostri Eroi ; fiammante quercia
Ardea nel mezzo a rischiararne i volti.
Passava in giro , e diffondea la gioja
La d' umor soavissimo ricolma
Tazza ospitai ; scioglìeano il canto i Bardi j
E la man delle verdini tremante
Scorrea le corde dclP armonie' arpa.
Passò la notte nella gi' ja : appena
Crcdeansi gli astri alla metà del cielo,
AUor che d Oliente in sulle nubi
L'A'ba si scorse bianclirgi^iitr : lo scudo
Batter s'ascolta di Fingal ; diverso
Suotjo allor fTuegli avea : l'alto rimbombo.
Simile al tuon che da lontan rimugghia ,
Udirono gli Eroi ; corser festosi
Da tutti i fiumi lor : Gaulo 1' intese
Strinse la lancia . . . ma torrente è fatta
Già l'onda di Strumon : le sue correnti
Chi misurar, sia pur gagliardo,
A Ifrona già ci avviciaiam : la
ardisce?
zuiF?ì(l)
Mescesi ; carchi delle nostre spoglie
Ai nemici ritolte , in sulla sera
Cessasi dal pugnar. - Perchè sul fiume
Giovin leggiadro dall'azzurro scudo,
Sul fiume tuo, che verde musco ammanta.
Perchè il nostro ritorno, ahi! non attendi?
Perchè , figlio di Morni , impaziente
Fu il tuo cor d'ella pugna ? Ah ben di fama
Avara è l'alma tua, nò la sua parte
Ilapir si lascia , ove alla gloria un campo
Aprasi ed al valor. Già sulla sponda
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