Poesie di Ossian, antico poeta celtico

114 COLNADONA. (54)
Scosso al vento il tuo musco. Entro il suo
( spirto
Sorgerai! gli anni che passar j battaglie
Vedrà , spade brandirsi , e scagliarsi aste 5
Ferir, cader feroci re. La Luna
Manda frattanto in sul turbato campo
Pallido raggio ; [e) ei sul mattin dai sogni
Scuotesi in foco , il guardo gira , e scorge
Le tombe dei guerrieri che pietra è quella?
ria che domandi: ed uom di chioma antica
Risponderà : stranier, l'onora ; ah questa
È a eroi ricordanza : Ossian 1' eresse ,
Ossian , guerrier della passata etade.
A noi venne un cantor, l'invia Garulte
Amico dei stranieri : egli e' invita
Al convito dei regi , al caro albergo
Della lucente Colnadona. Andammo
Alla sala dell' arpe. Ivi crollando
Il biancheggiante crin , Garulte in volto
Splendea di gioja in rimirarsi innanzi
De' cari amici i giovinetti figli y
Quai due robuste e rigogliose piante.
Sangue de' valorosi , ei disse , ah voi
Mi chiamate allo spirto i giorni antichi
Quando scesi dal mar la prima volta
Alla valle di Selma. Io giva in caccia
Di Dumocarglo insuìtator del vento : (f)
i he fur nemici i nostri padri : appresso
L' ondoso Cluta ci scontrammo : ei lungo
Il mar fuggissi : dietro lui le vele
Spiegai - tioite discese, ed il mio corso
Traviò sul profondo. Io venni a Selma
(f) Ciò pure in sogno.
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