Poesie di Ossian, antico poeta celtico

(j5) di garoso gy
Ei dal suo muro pauroso guata ,
E vede te , te formidabii come
Ombra notturna, che i turbati flutti
Mesce, e gli sbalza alle sue navi incontro.
Primo tra' miei cantor, vattene, ei disse,
Prendi la lancia di Fmgàl , conficca
Sulla sua punta tremolante fiamma , [h)
E si la scuoti : co' tuoi canti il Duce
Sfida per me. Di' eh' ei s' avanzi , ed esca
De' flutti suoi , che impaziente agogno
Dì pugnar contro lui ; che della caccia
Stanco è già 1' arco mio: digli che il braccia
Ho giovinetto, e che son lungi i prodi. (/}
Ei n' andò col suo canto. Oscarrc inalza
La voce sua , che sino in Arvcn giunse
A' suoi gucrrier : come fragor di speco
Se di Togorma (k) il mar rotagli intorno,
E tra gli alberi suoi s' intralcia il vento.
Corrono quelli a ragunarsi in fretta
Appresso il figlio mio , quai dopo pioggia
Più rivi si rovesciano dal monte
Grossi, orgogliosi di frementi spume.
Giunse Rino a Garoso , e fisse al suolo
La fiammeggiante lancia. - tu , che siedi
Sopra Y onde rotanti , escine , e vieni
Alla pugna d* Oscar. Fingalio è lungi
E de' cantori suoi tranquillo in Selma
xo Io chiama il raccoìto. suo mucchio. I Caledonj risguardavano
guest* muraglie , come pubblici monumenti del tii»or
dei Romani , e come una confessione della lor deboìeizA,
Il poeta non manca di crome vantaggio.
{h) Questa paiticolar maniera di sfidar a battaglia ò
un punto d' erudizione molto pregevole.
(i) Ciò è detto come per far coraggio a Caros. Traspira
«la queste paiole una fiuissima aria di superiorità. Una rotta
|Von poteva umiliar 1' alterigia di Caros più d' un tal« invitta
(h) V isola MV onde azznrrCj .una dejl' Ebridi-.
,