Poesie di Ossian, antico poeta celtico

3o CAr.IllTURA. (456)
Fingallo ode il cantor , ratto sen venne
Col suo possente acciar: le mortali aste
Si rìscontraro, ed i fendenti aliarsi
I)i loro spade : ma discese il brando
Impetuoso di Fingaiio, e in due
Spezzò lo scudo al giovinetto ; esposto
E M suo bel fianco; ei mezzo cliino a terra
Vede la morte : oscurità s' accolse
Suir alnia ad Ula ; per le guance a rivi
Discorrono le ìai^rime; ella corre
Ver ricoprirlo col suo scudo; un tronco
Le s' attraversa , incespica , riversasi
Sul suo braccio di neve; elmetto e scudo
Le cadono . discopresi il bel seno ,
La nera cliioma sul terreno è sparsa.
Vide il Re la donzella , e pietà n' ebbe,
Ferma il brando inalzato , a lor si china
Umanamente, e nel parlar sull'occhio
Gli spuntava la lai;rima pietosa.
O re di vSora , di Fingaiio il brando
INon paventar. jNon lo macchiò giammai
Sangue di vinto, e di guorrier caduto
Petto mai non passò : sul Torà ondoso
S' allegri il popol tuo, goda la bella
Vergine del tuo amor : perchè mai devi
Cader nel l'resco giovenil tuo fiore ?
Frotallo udì del Re le voci , e a un punto
Ei vide alzarsi la donzella amata.
Stettersi entrambi in lor bellezza muti
Come due verdi giovinette piante
Sulla pianura , allor che il solilo avverso
Cessò del vento , e su le foglie pende
Di primavera tcpidetia pioggia.
Figlia d' Ermàn , diss'ei , venisti adunque
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