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di Carlo Cassola

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nella prima parte del racconto, pur traversato da minacciose pas-<br />

sioni; la semplicità del linguaggio, piuttosto trasparenza, musica<br />

naturale, che non soltanto pura domesticità.<br />

Ma nel racconto c'è anche altro (e forse per questo l'autore<br />

per qualche anno ha guardato al suo libro senza simpatia). C'è<br />

quella che Battaglia <strong>di</strong>ce acrisi della Resistenza»; c'è l'intrusione,<br />

l'ombra, la violenza della storia nel mondo dei sentimenti; c'è<br />

dunque, al contrario <strong>di</strong> quanto sembrava a Calvino e a Cases, la<br />

presenza ineliminabile, accanto a Mara, <strong>di</strong> Bube. Innanzitutto, Bu-<br />

be impersona una sorta <strong>di</strong> continuità tematica nel <strong>di</strong>scorso svolto<br />

da <strong>Cassola</strong> sulla Resistenza. La Resistenza cassoliana non è uni-<br />

voca e patriottica come quella ipotizzata dalla storiografia <strong>di</strong> sini-<br />

stra degli anni '50. Nel suo esplodere, nel suo momento spontaneo<br />

e incontrollato, assai grande rimane in essa l'ere<strong>di</strong>tà prefascista:<br />

un complesso <strong>di</strong> moti, aspirazioni, sentimenti e risentimenti<br />

schiettamente popolari, libertari, massimalisti, anarchici, esaspe-<br />

rati, in qualche modo politicamente irresponsabili. E soprattutto<br />

in Toscana e nelllItalia centrale in genere, ove più viva e riottosa<br />

era stata, anche nel personalizzarsi degli o<strong>di</strong> e delle rivalità <strong>di</strong> rio-<br />

ne o <strong>di</strong> paese, l'insofferenza al fascismo e alla borghesia, quel resi-<br />

duo in<strong>di</strong>sciplinato <strong>di</strong> rancori e <strong>di</strong> ingenue attese della palingenesi<br />

rivoluzionaria, quel grumo elementare <strong>di</strong> protesta, <strong>di</strong> vendetta e<br />

<strong>di</strong> violenza ebbe le sue espressioni più forti. Bube nasce entro<br />

questo mondo.<br />

In secondo luogo, e proseguendo, se il rapporto <strong>di</strong> <strong>Cassola</strong> con<br />

la Resistenza è <strong>di</strong>viso tra sentimento poetico e giu<strong>di</strong>zio moralisti-<br />

co, Bube, in qualche istante della sua vita (vita <strong>di</strong> personaggio nel<br />

testo, s'intende), raccoglie in sé, <strong>di</strong> là dal moralismo, quel senti-<br />

mento poetico. Dal suo povero gigionismo paesano, che ve<strong>di</strong>amo<br />

trasferito nella violenza ma anche in un indocile e quasi atavico<br />

impulso <strong>di</strong> rivincita, si sprigiona una luce <strong>di</strong> verità (la patetica, an-<br />

che se crudele, luce della verità dei poeti).<br />

In terzo luogo, e proseguendo ancora, Bube riassume e incar-<br />

na la sostanziale ambiguità e irresolutezza tra moralismo e senti-<br />

mento poetico con cui <strong>Cassola</strong> guarda alla Resistenza, e lo co-<br />

stringe, felicemente, a dare <strong>di</strong> essa un'immagine metaforica. Lo<br />

scrittore è affascinato dalla dolente verità del suo personaggio.<br />

Non riesce ad assolverlo, ma non riesce neppure a condannarlo.<br />

Dell'assassinio ammette, insieme con Bube, l'errore; ma non af-<br />

fronta il problema della colpa o della giustificazione. Bube ha del

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