di Carlo Cassola

aPeccato che non ci si possa andaren disse Mara dopo
un momento.
a Dove? n
aA questa festa da ballo.»
a Io tanto non potrei ballare ... non sono buono n confes-
sò Bube arrossendo.
a Oh, ma t'insegnerei io.
aTemo di esser poco bravo per queste cose» disse an-
cora Bube.
aÈ facile, invece ... Anch'io, prima, non sapevo ... ho im-
parato quest'inverno. Prima, c'era la guerra, e,non se ne
facevano feste da ballo. Quest'anno, invece, abbiamo bal-
lato tre volte: l'ultimo dell'anno, per l'Epifania e l'ultimo
giorno di carnevale ... E io ho imparato subito la prima vol-
ta. È divertente ballare, sai? Di' un po': ora che siamo fi-
danzati, non me lo proibisci mica di andare qualche volta
a ballare? Perché li a Monteguidi non ci sono altri sva-
ghi ... n Bube non diceva nulla, ma aveva l'aria contrariata.
Allora Mara gli disse: «Come sarebbe bello ballare io e te!
Tutti direbbero: che bella coppia! Perche siamo una bella
coppia, non ti pare? Io bionda e te bruno ... e anche come
altezza siamo giusti, perché io non sono tanto piccola e te
non sei tanto alto ... A volte si vedono di quelle coppie che
lei, magari, è piccina piccina e lui, invece, uno spilungone.
Oppure che sono alti uguali, e anche quello, mica sta be-
ne)). Gli accarezzò la testa: «I capelli li abbiamo brutti tut-
ti e due, sembrano stecchi ... » si prese un ciuffo dei suoi:
a Ma è meglio cosi, non ti pare? Altrimenti, se io li avessi
belli e te no, saresti invidioso; oppure all'inverso ... n e si mi-
se a ridere. Ma subito dopo un pensiero molesto dovette
attraversarle la mente: «Dimmi la verità, Bube: credi che
dovrai rimanere molto tempo nascosto? ».
aEhn fece Bube, incerto. «Per l'appunto anche questo
fatto di Lidori che non è tornato ... Non vorrei che fosse
successo qualcosa.