di Carlo Cassola

in fretta, e corse al forno. Ma non c'era Carlino: c'era Bu-
be. a Ah ... sei tu. r
usi, sono con Carlino. »
a E perché non sei venuto in casa? »
a Volevo parlarti, prima. n
a Be', parla, allora. i,
a Prima di tutto, volevo dirti che vado a stabilirmi a San
Donato. r
a Dove? »
a A San Donato. Vicino Firenze. »
«E come mai? r
aBe', a Volterra ... non mi ci trovavo più bene. Figurati
che l'altra settimana il maresciallo pretendeva di mettermi
in prigione ... Poi, s'intende, c'è stata una protesta, e mi ha
dovuto rilasciare. »
« E perché ti voleva mettere in prigione? »
«Per niente. Perché avevo picchiato un fascistar ag-
giunse improvvisamente. a Cosi, ho deciso di tornare a San
Donato, dove i compagni mi aspettan0.n
Mara s'insospetti:
a Non ti aspetta mica qualche ragazza? »
Bube fece una faccia sorpresa:
aMa che dici? Io la non conosco nessuna ragazza ... In
paese proprio ci sono stato due giorni soltanto, dopo che
arrivarono gli americani. n
u CThrn r fece Mara, poco persuasa.
~Carlino mi porta fino a Colle; di li cercherò un mezzo
per arrivare a Firenze, e poi, da Firenze a San Donato ...
Ma mi stai a sentire? n
r Non sono mica sorda» rispose Mara sgarbatamente.
«Ora, come si fa? Perché bisogna assolutamente che
veda tuo padre. Dov'e, a Colle? Mara fece segno di si.
a Andrò a cercarlo in sezione)) concluse Bube.
Le venne un dubbio:
(( Perché devi vedere mio padre?
«Per dirgli di noi, no? n