di Carlo Cassola

a Domani è domenica, la corriera non fa servizio ... Par-
tirai lunedi.
a Cosa?, La prospettiva di passare un altro giorno e
un'altra notte in quella casa, con quelle due donne, era
troppo brutta ...
a Allora vengo con te. Le parole le erano uscite di boc-
ca quasi senza volerlo; ma un momento dopo era risoluta
a imporre la sua decisione.
a Sei matta? Si tratta di andare in un capanno in campa-
gna ... non è mica un posto per te. ,
a E io vengo lo stesso. B
usi, e come fai a camminare, con coteste scarpe?
Intervenne Lidori:
a Certo, se non fosse per via delle scarpe ... non l'ha mica
pensata male, la signorina. È meglio che i carabinieri non
la trovino qui. B
a Delle scarpe non vi dovete preoccupare; al caso, cam-
mino scalza. Su, uscite, che mi voglio vestire. Bube rien-
tro in camera; Lidori scese a dare un'occhiata giu in i-
strada. Mara veramente avrebbe voluto che uscisse anche
la sorella; ma quella se ne stava li con la sua solita aria im-
bambolata; così, dovette vestirsi davanti a lei. Il fagottino
della roba era sulla credenza, lo aveva sfatto per prenderci
un fazzoletto; lo rifece, e lo ficco nello zaino.
Gli addii furono rapidi. Bube bacio la sorella sulle guan-
ce:
a Non stare in pena per me; pensa a mamma, piutto-
sto. B
a Se venissero i carabinieri, dite che Bube è ripartito,
consiglio Lidori «e che non sapete dov'è andato.
In fondo alle scale, si fermarono; Lidori scrutò fuori,
poi guardò l'orologio: È l'una » disse; alle due, dovrem-
mo essere nel capanno. »