di Carlo Cassola

u Mah, così. Per un consiglio. n
u E va bene, parlagli e poi mandalo al diavolo. Vuoi che
te lo dica? M'e proprio antipatico.»
a Parla piano, ti potrebbe sentire. »
« Meglio, se mi sente. n
u Ascolta, Mara ... B ma lei aveva visto un granchio muo-
versi di sbieco sulla ghiaia: « Bubino, guarda! Prendilo pri-
ma che si rintanin.
u E che dovrei prenderlo a fare? n
u Di' la verità: non hai coraggio. n
Ma queste del.coraggio erano allusioni che lui non pote-
va sopportare:
aHo fatto delle cose io che se non avessi avuto corag-
gio.. Io, per tua regola, del coraggio ne ho da vendere. n
«Pero hai paura a prendere in mano un granchio.»
u Non dire stupidaggini. »
u E allora prendilo.
u Io faccio quello che mi pare. n Si volto minaccioso ver-
so di lei: « Ricordati bene ... di noi due, sono io che coman-
do ... e te devi obbedire)).
Mara gli rise in faccia.
r Guarda che le prendi. n
a Ma a chi credi di far paura con coteste braccine? n lo
canzono Mara.
A un tratto Bube si batté sul rigonfio della tasca di
dietro:
u È con questa che faccio paura, io. »
Memmo che senza parere aveva seguito la scena gli
si avvicino:
«Bada che è pericoloso a portarti dietro la rivoltella. Se
ti pescano, son capaci di farti fare un mese di carcere.
E sai, specie quelli che sono stati partigiani, li tengono
d'occhio. n
Bube non rispose. Era soprappensiero. Dopo un po'
fece :