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di Carlo Cassola

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Sola me ne vo per la città;<br />

passo tra la folla che non sa;<br />

dove sei perduto amore...<br />

Mara ascoltava, rapita e angoseiata. Di colpo la canzone<br />

aveva risvegliato la sua pena d'amore. Come la triste me-<br />

lo<strong>di</strong>a rispecchiava il suo stato d'animo! Come le parole<br />

raffiguravano la sua situazione! Passo tra la folla che non<br />

sa... Nessuno, nessuno sapeva la sua pena d'amore! Dove<br />

sei perduto amore... Le veniva da piangere ... il suo amore<br />

era lontano, forse perduto; e lei era sola, abbandonata, e il<br />

dolore la sopraffaceva, <strong>di</strong>veniva intollerabile.<br />

Volle che Annita gliela cantasse un'altra volta.<br />

«Come mai ti piace tanto? n le chiese Annita alla fine.<br />

«Perché mi ricorda ... il mio fidanzata..<br />

«A me mi ricorda quest'inverno, quando si ballava nel<br />

granaio ... n Si mise a ridere: uTi ricor<strong>di</strong> quella volta che<br />

scappo fuori un topo? n. Poi <strong>di</strong>sse che sperava che avreb-<br />

bero ballato anche il prossimo inverno.<br />

«A me, invece, non me ne importa niente R fece Mara.<br />

«Davvero? be', anche a me, cosa cre<strong>di</strong>? mica ci vado<br />

pazza per il ballo. Ti strusci un po' a un giovanotto, e tutto<br />

finisce li. n<br />

«Per piacere, cantami un'ultima volta Sola me ne vo<br />

per la città. n<br />

E <strong>di</strong> nuovo la triste melo<strong>di</strong>a s'insinuo nel suo animo, e le<br />

parole esacerbarono il suo dolore. La sera, a letto, la rican-<br />

to a se stessa, piano, almeno <strong>di</strong>eci volte. Soffriva e gioiva<br />

insieme: si, perché era contenta <strong>di</strong> riaprire la piaga.<br />

Un orgoglio doloroso fioriva nel suo animo. Gli altri, le<br />

persone che non amavapo, che non soffrivano, le <strong>di</strong>sprez-<br />

zava e quasi le compativa. Era cosi, per Annita, per Li-<br />

liana, per le altre ragazze, non sentiva che <strong>di</strong>sprezzo e in<br />

fondo compatimento.<br />

Un pomeriggio tornava dalla chiusa e davanti a lei, sul<br />

viottolo -ripido, c'era una vecchia curva sotto una fascina.

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