di Carlo Cassola

a Bene, tu intanto devi stare in casa mentre invece io me
ne vado in giro, disse dopo un po' Mauro.
u M'importa assai.
vado a trovare Annita. »
« Vacci.
u Scommetto che ti dispiace. »
« Povero scemo. B
Mauro assunse l'aria di chi la sa lunga:
«Voi donne fate finta di niente ... ma poi vi rodete il fe-
gato. ))
« Sentiamo: perché mi dovrebbe dispiacere? n
« Perche Annita ti ha portato via l'amoroso. B
((Saresti tu il mio amoroso? B Mara scoppio a ridere.
«Io te, guarda, nemmeno ti vedo. Se tu sparissi, nemmeno
me ne accorgerei.
«E a me, credi che me ne importi qualcosa di te?
«E allora perché non te ne vai?
«Da dove me ne devo andare? n
«Da sotto la mia finestra. Se non te ne importa, per-
che ci stai? ))
a10 sto dove mi pare. » Si frugò in tasca, tiro fuori un
mozzicone, poi un fiammifero, e l'accese strofinandolo
contro il muro.
Tanto per far vedere che non stava li per lei, le aveva
voltato le spalle; e allora Mara, spenzolandosi dal davan-
zale, gli tiro i capelli.
u Ahi! stupida. Mi hai fatto male. Perché non mi lasci
entrare in casa? D
*Te l'ho detto perché. »
a Ma non c'e nessuno che vede. n
a Perche vuoi venire in casa?
a Per parlare.
«Si può parlare anche cosi. »
w Ho da dirti una cosa. Un segreto. n
a Dimmelo. »
A un tratto il ragazzotto fece una faccia contrita: