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di Carlo Cassola

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va il fattore: col fucile in spalla, aveva l'aria <strong>di</strong> andare a<br />

caccia e <strong>di</strong> sorvegliare il lavoro, in realtà gli piaceva scher-<br />

zare con le ragazze.<br />

Quando avevano le mani intirizzite, scendevano e si<br />

raccoglievano intorno allo scal<strong>di</strong>no; poi tornavano a co-<br />

prire i carboni con la brace, e si rimettevano al lavoro. E a<br />

metà del pomeriggio facevano merenda con una fetta <strong>di</strong><br />

pane, un pizzico <strong>di</strong> sale e le olive secche <strong>di</strong> cui era seminato<br />

il terreno, specie dopo le giornate <strong>di</strong> tramontana. Ma an-<br />

che lavorando, continuavano a parlare e a ridere. Si pun-<br />

zecchiavano a vicenda per gl'innamorati veri o supposti.<br />

Mara un tempo era la più svelta a prendere in giro le com-<br />

pagne e a rintuzzare le canzonature. Ma quest'anno se ne<br />

stava per conto suo. Non accettava gli scherzi, andava<br />

subito in collera; un giorno, piantò in asso il lavoro e<br />

scappò via.<br />

Verso la fine del mese, venne a sapere che una famiglia<br />

<strong>di</strong> Poggibonsi cercava una ragazza a servizio; e volle asso-<br />

lutamente andarci, perché li a Montegui<strong>di</strong> non ci poteva<br />

più vivere.

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